Articolo del 24/09/2015 15:03:49 di Crippa Massimo

Le antiche varietà da frutto protagoniste della Biodiversità

Specie autoctone e antiche varietà

Categoria: Giardinaggio

Le varietà di piante da frutto coltivate in passato erano molto numerose e indicate con nomi affascinanti, non di rado legati al territorio, talvolta sinonimi di famose varietà già note e coltivate altrove; la presenza di alberi da frutto negli orti, nei poderi e soprattutto nei giardini era normale e non una curiosità come spesso oggi accade.

La crescita demografica e industriale, che ha caratterizzato il secolo passato, ha portato a profondi mutamenti culturali: nel settore agricolo, lo sviluppo di tecnologie mirate alla produzione in larga scala ha reso necessaria la selezione di varietà di piante da frutto adatte ad essere trattate con i nuovi metodi, con un’ottima resa e resistenti alle manipolazioni ed alla conservazione dei loro frutti in cella frigorifera per lunghi periodi.

Nel contempo i gusti dei consumatori si sono modificati, andando a prediligere il valore estetico e dimensionale del frutto. In nome di una maggiore razionalità della produzione, di una spinta specializzazione delle colture con ampia diffusione delle varietà molto produttive, le antiche varietà di frutta coltivate a livello locale sono state in breve tempo abbandonate o messe in disparte.

Se fino a circa quarant’anni fa, infatti, erano presenti numerose varietà per ciascuna coltura, attualmente si stima che ne siano scomparse almeno l’80%: si pensi che nel 1920 le varietà di mele commercializzate erano una cinquantina, oggi sono solo circa una decina!

Che cosa significa perdere una varietàSignifica perderne l’identitàil patrimonio genetico che la caratterizza, patrimonio non più riproducibile e che non potrà più essere messo a disposizione della comunità per i suoi bisogni futuri.

La perdita della biodiversità (argomento assai complesso) ha portato conseguenze gravissime, con ripercussioni su molti fronti.

Uno studio recente (Le scienze, novembre 2009) ha assegnato valori soglia a nove campi, dove ambiente ed attività umane collidono, valori entro cui rimanere per evitare una crisi ambientale. La biodiversità è uno di questi campi e il suo valore soglia è stato ampiamente superato.

La perdita del patrimonio genetico delle varietà antiche corrisponde anche alla perdita di un patrimonio culturale: il ciclo di vita della pianta era permeato da tradizioni e usi locali che coinvolgevano tutta la società. Si potevano ritrovare sulla tavola sapori particolari e profumi diversi e anche molti prodotti derivati.

Gli agricoltori avevano sviluppato tecniche di allevamento e di potatura complesse, che con la migrazione verso le città e l’invecchiamento del personale agricolo sono ad oggi anch’esse in gran parte da recuperare. Finalmente, dopo decenni di agricoltura intensiva, si è ripresa coscienza antica della necessità di uno sviluppo agricolo sostenibile.

L’agricoltura è stata rivalutata, tornando a riconoscerle un ruolo multifunzionale, ovvero non solo meramente produttivo ma anche ambientale, paesaggistico, ricreativo e culturale. La multifunzionalità è un valore dell’attività agricola: “Oltre alla produzione di alimenti e fibre (sani e di qualità), l’agricoltura può modificare il paesaggio, contribuire alla gestione sostenibile delle risorse, alla preservazione della biodiversità, a mantenere la vitalità economica e sociale delle aree rurali” (definizione OCSE, 1998 Commissione Europea 1999).

Il testimone è passato nuovamente all’agricoltore e un ruolo fondamentale è assegnato alla materia prima ovvero alle specie, soprattutto alle specie autoctone, alle antiche varietà, che in alcuni casi non erano locali ma ben introdotte nell’ambiente e nel clima locale, oggi l’obiettivo è di reintrodurle, laddove sia possibile e di valorizzarle, utilizzandole in modo multifunzionale.

Al fine di recuperare le antiche varietà ancora presenti e conservarle, si sono sviluppate due strategie, il recupero in situ, tramite la ricerca e la protezione delle varietà in loco, ed ex situ con la conservazione al di fuori del loro ambiente di semi, banche del germoplasma, orti botanici.

Quali sono le vecchie varietà e quante sono? Melo, pero, cotogno, ciliegio (dolce, marasca e visciola), vite, ulivo, nespolo, azzeruolo, corniolo, nocciolo, susino, fico, mandorlo, sorbo, l’Italia è ricca di varietà di ogni tipo, infatti, sono in corso moltissimi progetti a livello locale per l’identificazione, catalogazione e propagazione delle antiche varietà di piante da frutto. Ogni regione ne può annoverare di ottime, sia a livello organolettico che ornamentale.

Fra le più interessanti varietà di piante di melo da tavola possiamo citare: il Piatlin, la Bella di Boskoop, la Renetta  ananas, la Renetta Canada, la Calvilla bianca d’inverno.

La caratteristica principale delle antiche varietà di piante da frutta (autoctone od adattate) è generalmente una buona resistenza alle malattie più comuni.

Il valore della produzione è inferiore a quello delle nuove varietà, talvolta con maturazione scalare del frutto, ma è superiore il loro valore nutrizionale e le diverse forme e caratteristiche organolettiche del frutto sono in grado di soddisfare i gusti più disparati. Le epoche di maturazione sono differenziate nel corso della stagione, portando così una gradita variabilità a tavola unita a una buona conservabilità.

Anche queste caratteristiche vanno a sostenere l’importanza della salvaguardia di queste antiche varietà e non è stato ancora preso in considerazione il loro valore ornamentale, spesso molto elevato.

Molte delle antiche varietà di piante da frutta hanno, infatti, un portamento e un fascino che le rende candidate ideali per essere integrate in un giardino oppure in un orto-giardino, adottando per il loro sviluppo tecniche colturali e di potatura intermedie tra l’allevamento di una pianta ornamentale e una da frutto. Inserire in uno studio progettuale accurato esemplari di antiche varietà, è un modo per tenere sempre vivi i valori di un tempo e contemporaneamente soddisfare il moderno gusto estetico.

Due antiche varietà da frutto:

Fico Briansolo (scheda a cura di Leopoldo Tommasi)

Pera Martin Sec (scheda a cura di Leopoldo Tommasi)

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