La prima citazione di questa varietà si deve a Giorgio Gallesio che nel 1817 la descrive e rappresenta su tavola nel I volume della sua opera Pomona Italiana
“Il Fico Brianzolo è il fico privilegiato del Milanese, ed è uno dei migliori fra i fichi Lombardi. E’ picciolo, cucurbiforme, ha buccia verde e polpa del color del vino: matura nel mese di Settembre e appassisce sulla pianta, circostanza che gli ha fatto dare in molti luoghi il nome di Passin o Passet. Quando è ben maturo è morbido e saporito, e si trova delizioso anche dalle persone nate nei paesi del mezzogiorno. La Brianza è piena di questi fichi, e ne provvede la città di Milano ove si trova in grande abbondanza ………Alcuni ne fanno seccare al Sole, e li conservano per l’Inverno come si fa nel mezzogiorno, e riescono buonissimi, ma il clima del Milanese è troppo morbido per poter dare una qualche importanza a questa speculazione.”
Sempre il Gallesio ne accenna successivamente più volte negli appunti presi durante i quattro viaggi che fece in Lombardia e che furono pubblicati nel volume I giornali dei viaggi (1995).
“Milano 30 settembre 1831……..il Sig. Luigi Bisi si è pure incarricato di farmi il dissegno del Fico Verdin di Brianza detto pure Passin o Briansol.”
Circa un secolo dopo, Domenico Tamaro lo riporta nella lista delle principali varietà italiane descritte sulla sua operaTrattato di frutticoltura (1925).
Questo fico, avendo la tendenza ad appassire sulla pianta, è particolarmente adatto all’essiccazione.
Un tempo, infatti, si usava infilzare i frutti su un giovane ramo di salice, che veniva poi chiuso ad anello e appeso a una trave o a un altro sostegno.
Un altro metodo consisteva nell’infilzarli su una branca di biancospino o di prugnolo e lasciarli essiccare nel sotto-tetto delle case.
Con questi sistemi i fichi si conservano fino a Natale e oltre.
L’illustrazione è tratta dall’esemplare conservato presso l’Ist. Marsano (Genova), vol. III: la tavola originale è intitolata Fico Briansolo (pagina 125) e precede l’articolo intitolato Fico Brianzolo (pagine 126-127).
Pera Martin Sec (scheda a cura di Leopoldo Tommasi)