Una tre giorni all’insegna di piccole oasi fiorite, piante rare, muschi, vivaismo eroico, arte&cultura e pot garden: la XXI edizione è stato un successo e una festa per tutti, soprattutto per la Scuola Agraria del Parco di Monza.
di Davide Cerruto
Orticola di Lombardia è un grande laboratorio a cielo aperto nel quale si respira ogni anno un’atmosfera differente. Basta buttare un occhio alla zona della grande fontana di fronte a Palazzo Dugnani, tutto parte da qui: sempre diversa e sempre uguale a se stessa, questa volta ospitava grandi palle di bosso topiato, le geometrie in bambù di Alison Grace Martin, le evocative foglie in rame di Nicola Zamboni e un metafisico cono di radici alto quattro metri firmato da Mario Nones, segno che arte e natura possono andare a braccetto. Bisogna ammetterlo, non esiste kermesse in Italia che sappia coniugare altrettanto bene modernità, mondanità, vivaismo d’autore, ricercatezza e gusto popolare. Nei giardini Montanelli di via Palestro si aggirano architetti con cappelli di paglia, si discute con giardinieri con la erre moscia e ci si imbatte in frotte di signore con caschi di peonie in testa. Per non parlare delle coppie attempate che tornano a casa in taxi (sì, abbiamo visto anche questo!) cariche di Bouganville, Dahlia e Digitalis per abbellire il proprio terrazzo. C’è qualcosa di male? Affatto, anzi rientra tutto nel fascino del pacchetto: prendere o lasciare.
LA SCUOLA AGRARIA A ORTICOLA
Ma come è stata l’Orticola della Scuola Agraria? Di assoluto primo piano. È stata l’Orticola di Cristina Cesana e Laura Bassi, che hanno catturato l’attenzione di decine di appassionati presso l’aula corsi outdoor con approfondimenti specifici su piante spontanee e balconi fioriti. È stata finalmente l’Orticola di Aurelia Josz, che ha rivissuto nella presentazione e nelle pagine dell’omonima biografia (“Aurelia Josz“), una delle più partecipate nel gazebo dedicato ai libri. Il volume racconta la storia della donna che nel 1902 fondò quella che poi divenne l’attuale Scuola Agraria del Parco di Monza. Il quartetto di autrici comprende Simonetta ed Eleonora Heger – nipoti della Josz – Paola D’Annunzio e la nostra Carla Schiaffelli.
Infine è stata l’Orticola dell'Associazione Ex Allievi della Scuola, che hanno contribuito alla fase preparatoria e poi all’allestimento durante i tre giorni della rassegna. Il risultato dei loro sforzi è stato un tutt’uno con lo stand che ha ospitato "Zoom", l’originale progetto firmato da Matteo Caspani in collaborazione con ReGis (la rete dei giardini storici) e realizzato con la tecnica del moss garden. I muschi dell'areale brianzolo sono serviti per riprodurre cinque plastici che catturano altrettanti scorci ingranditi – o meglio “zoomati” – di giardini storici del territorio (di Piermarini, Villoresi, Canonica) inseriti all’interno di strutture modulari in legno.
VIVAISMO INTREPIDO
Vedete l’uomo con la camicia blu nella foto? Forse non lo sapete, ma questo sessantenne abbronzato è l’eroe assoluto di Orticola di Lombardia 2016. Si chiama Gerard Weiner, è francese, e se fosse vissuto nell’800 probabilmente avrebbe fatto l’esploratore. Gerard è il titolare del vivaio Pépinière Botanique de Vaugines, specializzato in piante per terreno secco e la Giuria Botanica gli ha conferito il Premio Orticola 2016 come riconoscimento alla sua capillare e ostinata ricerca sul territorio. Mai sentito parlare di Puya berteroniana e Convolvulus lanuginosus? Ecco, appunto.
Gerard possiede una collezione unica che raccoglie e riproduce dopo faticosi viaggi sui Pirenei o in giro per il mondo. Mito d’altri tempi.
BEST OF THE SHOW
I vivaisti sono il vero tesoro di Orticola e l’organizzazione li coccola e li premia anche per incoraggiarli a proseguire nelle loro preziose ricerche. C'è addirittura chi colleziona muschi, come Marco Mariani del vivaio Central Park che ne ha portati diverse decine ricevendo per questo una menzione. Tra i 160 espositori figurano molti medi e piccoli vivai guidati da appassionati, attività che andrebbero preservate per il patrimonio vegetale raccolto e per l’insostituibile conoscenza maturata nelle rispettive nicchie ornamentali. Per motivi di spazio citiamo giusto i premiati di quest’anno: il Vivaio Millefoglie di Lessolo (To) con la sua adorabile collezione di ombrellifere (Premio alla migliore collezione botanica), i Vivai Tara di Sillavengo (No) per la ricchezza dell’offerta di Hydrangeaceae (Premio speciale ai piccoli vivaisti) e la Floricoltura Fessia di Biella con il suo raro esemplare di Styrax Obassia (Premio alla pianta più significativa), albero dalle mille campanelle profumate nativo dell’isola di Hokkaido.
IN CONCLUSIONE
Questa edizione insomma è stata un successo e ricchissima di eventi. L’iniziativa Orticola al Museo ha portato Orticola fuori dai recinti della Mostra, con iniziative e sconti sui biglietti di ingresso (validi fino al 15 maggio) di numerosi musei milanesi: Gallerie d'Italia, Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi, Pinacoteca e Orto Botanico di Brera e altri ancora. Le iniziative in Mostra, anche, sono state ancora più consistenti del solito con corsi, workshop, laboratori e presentazioni di libri. Uno dei temi sviscerati a cielo aperto, il pot garden, era quanto mai attuale: piccoli giardini a misura di città e sviluppati a mezzo di vasi, fioriere e tutori.
Ma alla fine la cosa più bella di Orticola è passeggiare tra piccoli scrigni fioriti e allestimenti di piante rare cartellinate (molte sono cultivar che non troveremmo mai sotto casa), che ha il potere di riconciliarci con il mondo di asfalto che si trova pochi metri più in là. Sapere poi che migliaia di persone condividono con noi una passione così profonda rafforza l’idea che io chiamo “C’è vita oltre il Rhyncospermum”, un motto ironico che ci esorta seriamente a scegliere sempre la biodiversità in opposizione alla dilagante piattezza in giardino, un malcostume incarnato dal falso gelsomino che in questa storia – ahinoi – è l’unico innocente: come con i cani invadenti, la colpa è sempre dei proprietari.
FRASARIO DA ORTICOLA
“La rosa non passa mai di moda, è un evergreen che perde le foglie”.
Questa massima mi è uscita al cospetto delle meravigliose cascate fiorite dedicate a sua maestà la rosa, che qui a Orticola occupa un posto di riguardo, come sempre. Ma a ogni Orticola sento pronunciare frasi che faccio mie perché mi insegnano qualcosa o mi fanno ragionare su un argomento oppure, semplicemente, perché mi strappano un sorriso. Ecco la top five delle sentenze memorabili di quest’anno:
5) “La Rosa Pergolese appartiene al gruppo delle Galliche, non alle Portland come erroneamente tutti pensano”. (Davide dalla Libera di Novaspina)
4) “Spogliante non ha mai un'accezione negativa”. (Fabio Giani di Vivai Giani)
3) “Le piante sono soggetti passivi, stanno lì, ma se potessero parlare direbbero anche cose sconce”. (Davide Tortorella, presentatore)
2) “La Sarracenia prima fa i fiori per farsi impollinare dagli insetti, poi fa le foglie per divorarli lentamente”. (Vincenzo Castellaneta del vivaio Un Angolo di Deserto)
1) “Ma dai, lo sanno tutti che i futuristi odiavano i giardini!” (Paesaggista anonimo)
LA LISTA DELLA SPESA
Dal momento che chi scrive, ma forse anche chi legge, soffre di compulsione da acquisto di piante (malattia dalla quale non si guarisce), ecco ai raggi X la mia personale lista della spesa per Orticola 2016:
1) Lonicera x brownii ‘Dropmore Scarlett’, spettacolare lonicera rampicante dalla fioritura rosso-arancio. Se fosse pure profumata sarebbe da Oscar. Rarità: 7.
2) Baptisia ‘Purple Smoke’, detta anche Baptisia di Piet Oudolf perché lanciata dal noto paesaggista olandese (vedi Lurie Garden a Chicago), ma non la trovi nei garden. Rarità: 7,5
3) Amsonia hubrichtii. Indispensabile erbacea dal fogliame leggerissimo e dalla delicata fioritura azzurra primaverile. In autunno il fogliame si accende di giallo dorato. Rarità: 7
4) Persicaria virginiana ‘Painter’s Palette’ – tappezzante dallo splendido fogliame che porta un raggio di luce negli angoli ombrosi. Si autodissemina amabilmente. Rarità: 6,5
5) Rosa pimpinellifolia ‘Golden Wings’. Le rose arbustive a fiore semplice giallo sfumato non sono molto comuni e questa è una delle più affascinanti: profumata, sana, fa le bacche in autunno ed è pure rifiorente. Cos’altro si può pretendere ancora da una rosa? Rarità: 6,5