I giardini di ieri nei giardini di oggi

Progettare significa proporre un’idea e al contempo descriverla e organizzarla al fine della sua concreta realizzazione.

La proposta di un’idea non può che partire dalla conoscenza delle norme e delle tecniche che regolano un determinato ambito, nel nostro caso quello del giardino: la conoscenza delle tecniche è requisito fondamentale per la fattibilità del progetto. Essa informa quello che è il progetto, un percorso logico che combina dati e ipotesi per giungere a una tesi; ma il progetto è anche un’azione artistica, da un’idea nasce e si sviluppa una forma estetica, e infine anche un processo scientifico che porta alla creazione di qualcosa che non c’era.

Nell’atto progettuale sono quindi, insite due componenti fondamentali: la tecnica e l’innovazione, e quindi, in qualche modo, il passato (la somma di conoscenze che hanno dato vita alla tecnica) e il futuro (una nuova realtà); tra questi due tempi si colloca lo specifico atto progettuale che, come atto presente, si configura come attività critica, cioè di mediazione.

Con questa breve riflessione porto in evidenza l’importanza della conoscenza della storia del giardino come condizione necessaria per una critica consapevole. Sotto ciascun aspetto: conoscere la logica dei processi di creazione di un giardino presuppone conoscere tecniche tradizionali, sedimentate nel corso di secoli, così come i processi scientifici necessari alla creazione di un ambiente naturale. Ma ancor più importante è la conoscenza di ciò che è stato fatto dal punto di vista artistico. E in ciascuna di queste attività è più facile innovare se si conosce ciò che c’è già.

Troppo spesso accade vedere progetti e realizzazioni che non riescono a situarsi criticamente: non dialogano, né in accordo né in contrasto, con il contesto che li circonda, propongono modelli insostenibili, offrono soluzioni obsolete o non rispondenti alle richieste.

In particolare, progettare un giardino, un organismo vivente, significa anche pianificare e programmare il suo sviluppo, la sua crescita nel tempo, attività che ancora di più necessitano di conoscere la storia: un giardino vecchio o antico è un’importantissima fonte di conoscenza conoscenza e saperlo leggere è ciò che ci permetterà di progettarne la corretta evoluzione.

Non è da sottovalutare, inoltre, il testo che è insito in ogni progetto, cioè quello che dell’idea iniziale leggeranno i visitatori di domani, ecioè qua nto quel giardino racconta della sua epoca, della cultura che l’ha prodotto, delle conoscenze che l’hanno informato.

Ogni atto della tradizione che si eredita e si ripete trasmette nel tempo il sapere, un sapere che non può venire a mancare se si vogliono utilizzarne i risultati, sia per applicarli senza modifiche sia per innovarli.

E ogni innovazione è un atto di creatività, dove la fantasia si nutre di immagini come di idee, di forme come di tecniche.

La tecnica necessaria non è solo quella della corretta piantagione, ma anche quella della miglior disposizione degli spazi, della comprovata associazione vegetale, dell’abbinamento dei colori.

Al tempo stesso forme, immagini e idee, frequentate brevemente o approfondite con interesse, sono alla base di ogni nostra ispirazione:imparare a cercarle, a leggerle, a farle proprie e interpretarle significa crearsi un archivio di informazioni e un bagaglio di conoscenze da mettere in relazione tra loro, oppure da manipolare e sovvertire, per rispondere a una necessità particolare, per creare qualcosa che non c’era, per risolvere un problema complicato.

Conoscere la storia del giardino, come esso ha risposto alle domande di una società, come ha rappresentato l’estetica di un’epoca, come ha saputo utilizzare l’innovazione tecnica come la scoperta scientifica, sono informazioni fondamentali affinché ciò che andremo a creare oggi possa rispondere con maggior efficacia alle questioni che il nostro progetto affronta, e per aggiungere un tassello in più nella costruzione della cultura del giardino.