Articolo del 24/09/2015 13:01:55 di Cantù Ambrogio

Trapianto e messa a dimora delle rose: l’importanza della sostanza organica

Come si presenta il Roseto Niso Fumagalli (Monza) nel mese di novembre

Categoria: Giardinaggio

Novembre: le foglie sono ormai quasi completamente cadute e le temperature da qualche giorno preannunciano i rigori invernali, stiamo entrando nella fase di riposo vegetativo.

Un lavoro molto importante che, per gran parte dell’autunno, coinvolge chi lavora nel roseto è il trapianto delle rose: dopo il concorso le piante più meritevoli vengono, infatti, trapiantate dalla zona concorsi alla zona storica; questo è un lavoro molto delicato ed è necessario aspettare che la pianta sia in perfetto riposo vegetativo perché andranno recise parte delle radici e della chioma.

Quando le rose saranno pronte al trapianto verranno potate nella chioma per agevolare le operazioni di scavo con vanghetto, rimosse dal terreno, e potate nell’apparato radicale; in questa fase si deve porre molta attenzione ai tempi di lavoro, perché a volte ci si dimentica che le radici si possono disidratare anche in fase di riposo vegetativo: basta una giornata serena, una brezza, un ambiente esposto a sud, magari vicino ad un muro, per creare un microclima che può causare anche grave stress idrico alla pianta.

Quindi, se possibile, una volta cavata, la rosa andrebbe subito reimpiantata nella nuova sede, ma se diversamente ciò non fosse possibile, sarà necessario avere l’accortezza di bagnare le radici e le branche, e in attesa del reimpianto, lasciare le rose in posto riparato da aria e sole, magari coperte da un telo umido.

La nuova buca d’impianto viene preparata per tempo, con uno scavo profondo circa 40/50 cm; sul fondo della buca vengono distesi 15 cm di letame maturo proveniente dalle stalle delle vacche dell’azienda agricola presente nel Parco di Monza, poi la buca viene chiusa ed il terreno viene mischiato con altro letame, in quantità via via decrescente con l’avvicinarsi alla superficie.  È molto importante per il contenimento delle infestanti usare letame maturo (le alte temperature raggiunte dal letame maturo garantiscono la devitalizzazione di molti semi) e mai disporlo in superficie a meno che non si ritenga che la scerbatura manuale delle infestanti possa giovare al vostro equilibrio psico-fisico.

In fase di impianto, avendo il terreno del roseto caratteristiche particolarmente pesanti, facciamo uso di circa 10 litri a pianta di terriccio leggero posto proprio nella buca fatta per accogliere la rosaa contatto con le radici, e ciò al fine di permetterne l’ottimale e fitta radicazione; tale prassi ha senso solo ove le caratteristiche del terreno lo richiedano.

Lo stessa pratica viene ripetuta per preparare tutte le buche che dovranno accogliere le nuove rose in concorso e che provengono da tutto il mondo: annualmente prepariamo circa ottanta buche che conterranno ognuna cinque esemplari identici.

Le rose arrivano chiaramente a radice, nuda in scatole o buste di cartone, che contengono un sacchetto di plastica chiuso, con 5 rose. Appena arrivano le buste vanno aperte e le piante vengono poste in piena terra: infatti le rose potrebbero stare nei sacchetti appositamente inumiditi, come in una serra, ma c’è il rischio di gelate o scaldate eccessive che possono essere fatali!

Le piante in gara arrivano da Novembre a Gennaio e per tutto questo periodo il gruppo di lavoro del roseto deve essere sempre pronto all’intervento, per giorni non arriva nulla poi magari il 23 di Dicembre arrivano 5 buste… 25 piante da mettere a dimora subito!!!!

Un particolare importante da ricordare nell’impianto delle rose è legato alla stanchezza del terreno o sindrome da reimpianto, che si verifica generalmente nei terreni ove vengono realizzati impianti consecutivi utilizzando sempre la stessa specie o specie affini. Di conseguenza le piante, manifestano un minor accrescimento, ritardata entrata in produzione, addirittura in certi casi possono arrivare alla morte.
Generalmente le cause di questo fenomeno possono dipendere da fattori biotici, come batteri, virus, funghi, che si specializzano per quella coltura; può essere dovuta anche alla presenza di sostanze tossiche prodotti dagli apparati radicali delle piante stesse (allelopatia) oppure da sostanze tossiche formatesi con anomale decomposizioni della sostanza organica o in condizioni di eccesso idrico, oppure ancora da squilibri nutrizionali con eccessi o carenze di elementi nutritivi.
Per risolvere questo problema si richiede di non effettuare una monocoltura, ma una rotazione colturale.

Noi nel roseto, sinceramente, abbiamo qualche problema tecnico ad eseguire le rotazioni, anche se non sarebbe male l’idea di un concorso itinerante per i giardini della Villa Reale… e il problema viene, quindi, mitigato con il miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche dei terreni tramite l’utilizzo di terreno rigenerato da immettere nelle buche, lavorazioni per arieggiare il terreno, aggiunta di sostanza organica per arginare il danno.

Quali sono i motivi per cui l’aggiunta di sostanza organica nel terreno è così importante?

  • migliora la struttura del terreno;
  • aumenta la ritenzione idrica (capacità di trattenere a lungo nel terreno l’acqua disponibile per le piante);
  •  aumenta la capacità di scambio cationico e il potere adsorbente (capacità di trattenere a lungo nel terreno gli elementi nutritivi);
  • aumenta la quantità degli elementi nutrienti disponibili per le piante;
  • aumenta la biodiversità del terreno;
  • mantiene il pH prossimo alla neutralità.

Nei confronti della stanchezza dei terreni, inoltre, la sostanza organica attua le seguenti attività:

  • aumenta l’attività microbica del terreno;
  • introduce sostanza tossiche per i patogeni;
  • crea condizioni generali ottimali per le piante e svantaggiose per i patogeni;
  • migliora la resistenza della pianta;
  • aumenta la biodiversità del suolo.

In conclusione ritengo importante sottolineare che la sostanza organica non è importante per la dotazione di elementi nutritivi che apporta al terreno e alla pianta come erroneamente spesso si crede, ma deve essere considerata un ammendante non un concime.

Le piante produttive come gli alberi da frutta e le piante che subiscono potature abbondanti come la rosa, vanno, infatti, reintegrate con adeguate quantità di elementi nutritivi quali l’azoto (N) il fosforo (P) ed il potassio (K): a tal fine è necessario usare concimi ternari disponibili con differenti titoli (%) di elementi nutritivi.

Per la rosa, alla ripresa vegetativa, facciamo uso di prodotti a rilascio controllato con titoli del tipo 20-5-10 più microelementi, al fine di permettere una buona formazione vegetativa delle nuove branche, con la possibilità di effettuare una seconda concimazione in fioritura più bilanciata con un concime tipo 15-9-15.

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