Articolo del 01/10/2015 15:03:06 di Ferrini Francesco

Uso del Compost come pacciamante

Effetti benefici della pacciamatura con materiale organico naturale

Categoria: Arboricoltura

su gentile concessione del Comune di Milano

I benefici effetti della pratica della pacciamatura con materiale organico naturale (compost, corteccia, ecc.) non derivato da sintesi di componenti organici sono molteplici a partire dai fattori direttamente legati alle piante, ovvero un accrescimento più rapido nelle prime fasi di crescita, un maggior sviluppo dell’apparato radicale, a quelli ecologici come l’aumento della temperatura media annua del terreno, maggior disponibilità idrica, fino a fattori ambientali come il mantenimento di una buona struttura e della porosità, e la limitazione dell’erosione e dell’effetto battente delle piogge.

Pacciamatura con compost

La validità del compost come pacciamante è stata dimostrata da recenti lavori condotti nei nostri ambienti, ove è stato evidenziato che l’uso di compost sia verde, sia misto (verde e umido) come pacciamante ha avuto un impatto significativo sulla crescita e sulla fisiologia di alcune specie arboree ornamentali. La pacciamatura con compost ha ridotto la competizione idrica e nutrizionale esercitata dalle malerbe e mediante le sue azioni di riduzione dell’evaporazione di acqua dal suolo e di lento rilascio di nutrienti in seguito alla sua mineralizzazione, ha favorito gli accrescimenti e il normale svolgimento dei processi fisiologici delle piante coltivate.

L’effetto di compost biologicamente attivi sul livello di O2 del suolo e sulla temperatura degli strati superficiali può devitalizzare le infestanti, ma anche arrecare danni agli alberi adulti di una certa dimensione se il compost non è sufficientemente maturo. Oltre all’attività di consumo di ossigeno è opportuno tenere in considerazione l’effetto di limitazione degli scambi dovuto alla semplice presenza di un impedimento tra atmosfera e terreno. L sperimentazione ha, tuttavia, mostrato come solo uno strato di compost particolarmente denso e costipato possa prevenire l’aerazione. La presenza di uno strato pacciamante influenza anche la disponibilità di acqua.

L’effetto positivo della pacciamatura sull’attecchimento è da attribuirsi all’effetto congiunto sulle infestanti e sulla disponibilità idrica in un sito relativamente arido. Altri autori hanno, tuttavia, rilevato, invece, un effetto negativo proprio sulla disponibilità di acqua, anche se tale fenomeno è stato evidenziato solo nei primi periodi dopo il trapianto, perché lo strato pacciamante intercettando le piogge poco consistenti, poteva aver causato la diminuzione della quantità di acqua disponibile per le piante in periodi di siccità.

Per quanto riguarda l’effetto sulla disponibilità di nutrienti è stato mostrato che la pacciamatura ha, talvolta, determinato una riduzione della crescita il primo anno dopo l’utilizzo e un incremento nel secondo anno. Questo tipo di risposta mostra che l’azoto può essere immobilizzato nel primo anno e rilasciato quello successivo.

L’effetto del compost sulla crescita delle erbe infestanti è dovuto alla riduzione della quantità di luce disponibile nei primi cm di terreno e la conseguente inibizione della germinazione dei semi ivi presenti. I semi di infestanti che, invece, cadono nella pacciamatura sono inibiti dal germinare dalla carenza di acqua nello stato superficiale. In relazione a ciò, strati anche consistenti (10 cm) di compost sono spesso necessari per ottenere un effetto apprezzabile contro la germinazione delle infestanti, ma questo dipende anche dalla qualità del compost. Un compost formato da materiale fine può addirittura aumentare la quantità di infestanti nelle aree verdi, specialmente se è ricco di nutrienti. Prima che la pacciamatura venga applicata, è necessario che l’area sia ripulita da tutte le piante indesiderate.

Pur concordando con alcune delle obiezioni che si ritrovano negli articoli sull’argomento, il messaggio che ne deriva è molto semplice: quando è usata in modo appropriato, la pacciamatura con compost reca sicuramente benefici agli alberi. Per incorrere in risultati positivi è pertanto necessario attenersi ad alcune prescrizioni d’uso.

Per quanto riguarda la dimensione dell’area pacciamata, in generale si ritiene che la grandezza minima sia un quadrato di 80 cm di lato, elevabile a 120 cm nel caso di terreni ex – agricoli, evitando, comunque, di pacciamare la zone posta in prossimità del tronco (20-30 cm). È comunque necessario considerare le caratteristiche della specie impiegata, quelle dell’ambiente in cui si opera e della vegetazione infestante presente.

La pacciamatura non deve, inoltre, essere mai applicata nei terreni dove è presente l’Armillaria mellea, agente del marciume radicale, poiché il suo sviluppo risulta favorito.

Per effettuare una buona pacciamatura con compost sarebbe opportuno sovrapporre due strati di diverse caratteristicheuno strato superficiale di particelle grossolane (>2 cm, detto sovvallo di compost) povero di nutrienti e uno strato di particelle fini ericco di nutrienti deposto a contatto del suolo. Alberi ed arbusti riceveranno, perciò, i nutrienti dalle particelle fini ed i semi delle infestanti non potranno prontamente germinare sulle particelle grossolane e povere di nutrienti che formano lo strato superficiale. Ciò non è, tuttavia, sempre fattibile da un punto di vista pratico.

La pacciamatura non dovrebbe essere applicata, come detto, più vicino di 15-20 cm al tronco degli alberi e arbusti per evitare danni da roditori ed insetti ed infezioni causate da patogeni. Uno strato di piccoli sassi può sostituire il compost vicino al tronco. Se il compost è ripetutamente applicato per alcuni anni, deve essere posta cura nell’assicurarsi che lo strato accumulato non superi i 10-12 cm. La velocità alla quale la pacciamatura si decompone dipende dalla qualità iniziale del compost, dalla temperatura e dal livello di umidità del suolo.

 

Riassumendo, la pacciamatura con ammendante compostato verde o misto distribuito con spessore di 5-10 cm, può essere considerata una tecnica ecologica e sostenibile di gestione del suolo ed una validissima alternativa alla lavorazione ed al diserbo per l’allevamento di piante ornamentali in vivaio ed in ambiente urbano.

 

  1. Ferrini F., A.Fini, P.Frangi, G.Amoroso, 2008. Mulching of ornamental trees: effects on growth and physiology. Arboric Urban For 34(3):157-162.
  2. Ferrini F., I. Sartorato  and G. Sanesi, 2008. Italy. Book Chapter in “Forest vegetation management in Europe Current practice and future requirements” COST Action E47. Edited by Ian Willoughby, Philippe Balandier, Niclas Scott Bentsen, Nick McCarthy and Jenny Claridge:75-84.
  3. Ferrini. F., A. Fini, S. Pellegrini, A. Agnelli M. Platinetti, P. Frangi, G. Amoroso, 2008. Effects of two organic mulches on soil chemical, physical and biological properties. Proceedings of the 3rd Symposium “The Landscape Below Ground”, Morton Arboretum, Lisle-IL, USA.
  4. Fini A., Ferrini F., 2009. Effects of soil management techniques on growth and physiology of Acer campestre L. and Carpinus betulus L. Proceedings of the European Congress of Arboriculture “Arboriculture for the third millennium”, Turin (Italy), 16-18 June 2008.
  5. Frangi P., FERRINI F., Vercesi R., Amoroso G., 2004. Effetti di diverse coperture pacciamanti e dell’irrigazione sull’accrescimento e sulle caratteristiche fenologiche di due specie tappezzanti. Atti VII Giornate Scientifiche SOI, Napoli 4-6 maggio 2004.

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