Per un’efficace gestione è importante conoscere quale sia la consapevolezza della popolazione riguardo agli interventi svolti sulle piante e soprattutto riguardo alla potatura; esiste, infatti, un contrasto fra l’Arboricoltura moderna, le tecniche usate da molte Amministrazioni e dalle Imprese e le aspettative della popolazione.
Per valutare la percezione della potatura da parte dei cittadini, si può eseguire un’intervista, mostrando alcuni disegni che illustrano una sequenza temporale della potatura: si rappresenta la forma ideale di un albero in inverno (immagine in fig. 1), quindi si ipotizzano 4 interventi di potatura di intensità differente, mostrando (immagini in fig. 2) le immagini dell’albero appena potato. Infine (immagini in fig. 3) si idealizza la forma che la pianta avrà l’inverno successivo a quello dell’intervento.
I risultati ottenuti con questo test sulla popolazione di Firenze (Sani L., 2006 – La percezione della potatura negli alberi di città. Estimo e Territorio LXIX, 1: 23-27) mostrano che il tipo di potatura “D” è quello che ottiene spesso il primo posto (52.8%), seguito dal tipo“C” (40.3%), mentre i tipi “B” ed “A” sono primi solo occasionalmente. Il tipo “C”, inoltre, si attesta quasi sempre nelle prime due posizioni, mentre il “D”, sebbene sia il più gradito, presenta anche una certa percentuale di terzi posti (16.7%) e addirittura il 4.2% della popolazione lo colloca in quarta posizione. D’altro canto il tipo “B” si attesta quasi sempre in terza posizione (56.9%) mentre l’“A” è considerato il più scadente (94.4%).
Agli effetti dei quattro tipi di potatura è poi stato attribuito un voto (scala da 0 a 10 compresi) da parte degli intervistati, ottenendo, così, informazioni sulla “distanza” che i tipi di potatura hanno nel gradimento estetico: i tipi “C” e “D” ottengono voti di eccellenza simili. Se la media privilegia il “D” (7.8 contro 7.6), la moda propende per il “C” (9 contro 8). Il tipo “B” è insufficiente nella media mentre “A” è giudicato sempre negativamente non raggiungendo mai la sufficienza.
In sostanza, la popolazione non percepisce una reale differenza fra ”i tipi “C” e “D” ed anzi, spesso, la forma “D” è considerata inferiore in quanto non vi si percepisce un intervento di potatura ritenuto “adeguato”: lo slogan “un albero ben potato non deve sembrare potato” risulta di difficile accettazione dalla popolazione, che, invece, ritiene come un intervento sia più efficace se appena più intenso e quindi “visibile”. Giova sottolineare poi che il voto ottenuto da una potatura intensa (tipo “C”) comporta un peggioramento della qualità estetica pari a quasi il 40%, mentre una capitozzatura ancora più intensa induce un decremento di valore pari all’80%, abbassando in modo evidente il valore ornamentale (anche in termini economici) e provocando, quindi, un depauperamento della risorsa.
Per capire meglio le ragioni di queste risposte, abbiamo provato a chiedere perché il tipo di potatura indicato al primo posto fosse il migliore e quello messo all’ultimo posto fosse il peggiore.
Il tipo di potatura scelto come migliore “non sacrifica” la pianta, è “naturale”, la rende “più armoniosa” e “conferisce simmetria”, di “aspetto gradevole”, ne “rispetta la forma”; “fa soffrire di meno” la pianta che “ha un aspetto sano”, in sostanza è “un buon compromesso”.
Abbiamo anche giudizi inerenti le funzioni (“fa più fresco”) e l’aspetto etico (“rispetto della pianta”).
D’altro canto, il tipo di potatura peggiore comporta una “spelacchiatura”, la potatura “rovina la forma” e “non è estetica”. Un albero così potato è “innautrale”, è “un totem scarnificato” e otteniamo un “risultato ridicolo”.
Dal punto di vista etico la potatura peggiore “svilisce l’essenza dell’albero” che è paragonato ad “una persona senza braccia e gambe”. Addirittura la potatura eccessiva è una “straziante visione” e “fa patire la pianta” oppure le persone “patiscono per lei”. Un intervistato ha risposto nel modo più semplice ma chiaro: “questa potatura fa passare l’allegria”.
C’è materiale in abbondanza per una riflessione sul significato e sulle modalità di gestione degli alberi in quanto gli interventi che eseguiamo incidono più di quanto si pensa sul sentire comune e sulla qualità della vita.
In conclusione, la potatura degli alberi è una pratica che influisce molto non solo sulle condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità degli alberi ma anche sul loro aspetto estetico. La popolazione, anche se non è in grado di comprendere bene le funzioni degli alberi, le tecniche colturali applicate e gli effetti che ne derivano, ne percepisce, tuttavia, l’importanza e richiede una buona gestione del patrimonio arboreo. Inoltre, i risultati estetici che gli interventi di potatura provocano sugli alberi sono chiaramente percepiti al punto da segnalare, per interventi drastici, una sensibile riduzione della qualità ornamentale.
Poiché sussiste una evidente relazione fra qualità ornamentale e valore ornamentale, ne segue che l’applicazione di tecniche di potatura intensa inducono una svalutazione formidabile non solo in termini estetico – percettivi ma anche economico – finanziari. In questo senso, quindi, l’introduzione di tecniche colturali moderne ed efficaci, durante tutto il corso di vita della pianta risulta pressante ed opportuna.