Articolo del 01/10/2015 14:02:40 di Sani Luigi

Il turno di un’alberata cittadina in un’ottica di massimizzazione del valore ornamentale

Costi e benefici

Categoria: Arboricoltura

Gli alberi in città assolvono numerose importanti funzioni (Ferrini e Sani, 2010) ma, al tempo stesso, la loro cura necessita di risorse finanziarie talora ingenti. Sia i diversi benefici forniti, che i costi per la gestione tendono ad aumentare con l’età, o meglio con le dimensioni degli alberi.

Sarebbe quindi utile definire il turno ottimale di un’alberata, cioè il numero di anni che può vegetare, tale da massimizzare i benefici forniti dagli alberi, minimizzando al tempo stesso i costi di cura e gestione. Si tratta di un problema cui è possibile rispondere mediante un’analisi estimativa semplice. Proviamo a sviluppare una simulazione che, anche se molto approssimata, può aiutarci ad ottenere un dato di riferimento. Immaginiamo quindi un’alberata urbana costituita da alberi (tigli, platani o altro non importa), il cui accrescimento di ogni soggetto, nel corso del tempo, è rappresentato in media con una curva di sviluppo del diametro in funzione dell’età come quella riportata in fig. 1.

Fig.1: Andamento del diametro in funzione dell’età

Fig.1: Andamento del diametro in funzione dell’età

Le utilità che questo albero fornisce, nell’ambiente urbano, non sono costituite dalla produzione di legname ma dalla produzione di valore ornamentale. Per la stima del valore ornamentale, nonostante vi siano oggi strumenti molto articolati, si può ricorrere, per semplicità, al metodo parametrico (Sani et al., 2008). Con questa metodologia il valore ornamentale è dato dal prodotto di un prezzo base tipico di ogni specie, per una serie di indici che tengono conto delle dimensioni, delle condizioni sanitarie ed estetiche e del contesto in cui si trova l’albero (Baravalle, 1993). Se applichiamo questa formula in ogni anno da 1 a 100 per l’albero oggetto della nostra simulazione, otteniamo che il valore ornamentale varia, in funzione dell’età, in un modo come quello rappresentato in fig. 2. Naturalmente cambiando il valore delle variabili di ingresso cambia il valore ornamentale ma, ciò che qui conta, l’andamento della curva rimane sostanzialmente lo stesso.

Fig. 2: Valore ornamentale (metodo parametrico) e costi di gestione totali in funzione dell’età

Fig. 2: Valore ornamentale (metodo parametrico) e costi di gestione totali in funzione dell’età

In realtà l’albero fornisce anche molti altri benefici, talvolta monetizzabili, talvolta no, che, alla pari del valore ornamentale, possono essere considerati strettamente correlati con le dimensioni, si può pertanto ritenere che la curva di utilità abbia il medesimo andamento, solo spostata, più o meno, verso l’alto.

A questo punto possiamo valutare schematicamente quali sono i costi di gestione dell’albero, anno per anno, nel corso degli ipotizzati 100 anni. In questa simulazione abbiamo fatto riferimento ad un prezzario comune ma, nella pratica, si può ricorrere ai costi realmente sostenuti nelle diverse situazioni. Si può assumere cioè che(1):

-          il costo di piantagione è concentrato al primo anno ed è dato dal costo di tutte le operazioni necessarie per l’impianto dell’albero;

-          il costo delle prime cure colturali (compreso l’eventuale risarcimento) si concentra nel secondo e terzo anno ed è una percentuale del costo di piantagione;

-          il costo annuo di gestione dell’albero varia linearmente in funzione delle dimensioni (si determina cioè il costo di gestione annua di un albero di 100 anni e si determina proporzionalmente il costo alle diverse età;

-          l’albero viene sottoposto ad un intervento di potatura ogni 5 anni ed il costo dell’intervento alle diverse età è calcolato anch’esso in proporzione alle dimensioni dell’albero;

-          l’albero è soggetto ad un costo di valutazione e controllo che è molto basso nel corso dei primi anni di vita mentre tende ad aumentare nel tempo sia come entità che come frequenza;

-          l’albero, nella sua fase adulta, può provocare il periodico danneggiamento dei manufatti che delimitano l’area di vegetazione come cordoli o asfalto per cui si ipotizzano alcuni interventi di ripristino in “tarda” età.

Determinati quindi i costi delle varie operazioni, nei diversi anni, risulta molto facile calcolare la somma dei costi di gestione dell’albero con il variare dell’età, che sono pari a tutti i costi di impianto, potatura, valutazione, ecc., fino all’anno precedente il taglio, più il costo di taglio nell’anno di calcolo. In questo modo è possibile calcolare, anno per anno, qual è il costo totale di gestione dell’albero (fig. 2).

Fig. 3: Andamento del costo e dell’utilità medi al variare del turno

Fig. 3: Andamento del costo e dell’utilità medi al variare del turno

Con i dati così ottenuti è molto facile calcolare la differenza fra i costi e l’utilità in termini di valore ornamentale alle diverse possibili età di taglio dell’albero e quindi il momento in cui la differenza è massima. Tale età sarà quella che massimizza il beneficio ricavabile dall’albero: prima di essa i benefici tendono a crescere in modo significativo di anno in anno, mentre dopo di essa i costi cumulati di gestione tendono a diventare troppo elevati rispetto al beneficio ottenibile. In termini concreti tale età è determinata dal punto di contatto fra beneficio corrente e beneficio medio (Fig. 3). Nell’esempio proposto abbiamo che il massimo beneficio si raggiunge intorno a 50 anni.

Naturalmente questo metodo dipende dai criteri di stima dei costi delle varie operazioni al variare dell’età e dal modo di crescita dimensionale dell’albero, però l’ordine di grandezza dell’età in cui si trova la massimizzazione del beneficio non varia di molto, nei casi più comuni. Si precisa altresì che il metodo qui descritto può valere solo per le comuni alberate urbane, in quanto gli alberi e le alberate monumentali forniscono benefici diversi, ben maggiori e addirittura più che proporzionalmente dipendenti dall’età (come accade per alberate che hanno un valore storico).

Questo metodo può quindi essere un modo semplice ma efficace per contribuire alla redazione di un piano del verde più accurato e consapevole, aiutando il gestore a chiarire il significato e l’entità delle risorse finanziarie che deve dedicare alla compagine arborea. Inoltre, ci si può rendere conto che anche i nostri alberi possono essere soggetti, in certe situazioni, ad un inutile e costoso accanimento terapeutico, mentre sarebbe ecologicamente, paesisticamente, ma anche finanziariamente più conveniente tagliare alberi vecchi, costosi e spesso pericolosi, per piantare alberi giovani, sani e proiettati verso un futuro migliore!

Bibliografia citata

Baravalle M., 1993 – Un metodo per la stima del valore ornamentale degli alberi. Genio Rurale 7/8: 23 – 32.

Ferrini F., Sani L., 2010 – Alberi in città: benefici, cure, problemi e soluzioni. Ecologia Urbana 22 (2): 3-11.

Sani L., Bigioli I., Cinelli F., 2008 – Qualità ornamentale e valore degli alberi. Estimo e Territorio LXXI (11): 10-20.

Nota

(1): L’Autore è disponibile per fornire informazioni in merito alle variabili assunte ed ai calcoli effettuati

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