L’esperienza di gestione e monitoraggio delle alberate urbane degli ultimi anni ci indica che la carie del legno è il principale fattore di instabilità meccanica degli alberi. Da ciò la necessità di una sempre maggiore precisione nell’identificazione in campo dei funghi agenti di carie del legno.
La ricerca condotta dal Dott. Daniele Pecollo dura da oltre dieci anni e si propone di raccogliere il maggior numero possibile di osservazioni in campo sulle specie arboree più diffuse nel verde ornamentale italiano, cercando di individuare dei rapporti di preferenzialità tra gli ospiti e i vari generi e specie di funghi agenti di carie.
Di seguito si riporta quanto fino ad oggi osservato sul genere Platanus spp., uno degli alberi storicamente più utilizzati nell’arredo urbano italiano, e di conseguenza una delle specie che manifesta maggiormente le conseguenze delle lesioni subite sia a livello radicale (lavori di trasformazione e ripristino praticati nei siti d’impianto) che a livello delle ramificazioni, ereditando spesso gli errori e le lacune tecniche negli interventi colturali del passato.
A differenza di quanto osservato in ambiente urbano altamente artificiale, il platano si dimostra poco soggetto agli attacchi fungini in ambiente naturale o semi-naturale.
In ambiente urbano le porzioni di pianta più recettive per i parassiti fungini sul platano sono le radici, il colletto e le branche. I dati raccolti fino ad oggi dimostrano anche una certa preferenzialità da parte di ciascuna specie di parassita fungino nel colonizzare una porzione di albero piuttosto che un’altra.
A livello delle radici i parassiti fungini più diffusi sono:
Armillaria sp, agente di marciume radicale di cui raramente possono osservarsi le fruttificazioni in ambiente urbano. La sua identificazione avviene nella maggioranza dei casi grazie al rinvenimento di feltro micelico biancastro sotto corteccia con caratteristica forma a ventaglio e con il tipico odore di fungo buono, associato a corteccia necrotizzata su colletto e radici affioranti. Un ulteriore carattere identificativo sono le rizomorfe, tipiche strutture filiformi sclerotizzate simili a minute stringhe a sezione sia piatta sia cilindrica, rinvenibili nel terreno o sotto corteccia su radici o colletto.
Al colletto il parassita più diffuso è il genere Ganoderma di cui si segnalano le tre specie G. resinaceum, G. adspersum, G.lipsiense. Tutte e tre le specie sono agenti sia di marciume radicale sia di intensa carie bianca del cilindro centrale. Il carpoforo è facilmente riconoscibile se fresco (periodo estivo) per il classico colore rosso-ruggine nella porzione superiore e bianco nella porzione poroide; un’ulteriore carattere distintivo è rappresentata dalla presenza tardo estiva della nube di spore di color ruggine intorno al carpoforo.
Sempre al colletto è rinvenibile Perenniporia fraxinea (moderata carie bianca). Non è mai stato rinvenuto Rigidoporus ulmarius. Solo sporadicamente i carpofori del genere Ganoderma possono essere rinvenuti sul fusto.
In chioma, in particolare nei pressi dei monconi o delle ferite da potatura, il parassita più diffuso è Phellinus punctatus, agente di intensacarie bianca, responsabile diretto di numerosi cedimenti di branche. La forma resupinata (appiattita e aderente alla corteccia), il colore bianco crema e il posizionamento spesso corrispondente alla biforcazione dei rami, rendono difficile l’osservazione e il riconoscimento del carpoforo. Sintomo associato o non al carpoforo può essere la necrosi della corteccia.
Altri funghi specifici delle branche, ma con capacità degradativa meno intensa sono Inonotus hispidus (superficie superiore tomentosa color arancio e superficie poroide bianco-crema) e Polyporus squamosus.
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