Articolo del 01/10/2015 14:02:43 di Strazzabosco Luigi

Conferme e novità in endoterapia

B.I.T.E. - Blade for Infusion in Trees (lama per infusione negli alberi)

Categoria: Arboricoltura

Idealmente, il trattamento endoterapico dovrebbe avvenire nel periodo compreso tra l’apertura delle gemme e l’inizio estate, in giornate sufficientemente assolate e ventilate, nelle ore centrali, privilegiando i cordoni radicali e la parte che comprende il colletto e il primo metro di sviluppo del fusto.
L’efficacia dell’infusione dipende soprattutto dalla velocità e dalla pressione linfatica, le quali sono caratteristiche tipiche della pianta (es. monocotiledone / dicotiledone; conifera / latifoglia; porosità diffusa / anulare), da variabili fisiche (es. forma e diametro dei vasi linfatici), fisiologiche (es. fase fenologica, massa fogliare e radicale e relativa efficienza, stato sanitario), ambientale (es. umidità e temperatura dell’aria e del suolo, ventosità), nonché dal metodo di applicazione: a parità di condizioni, la velocità della linfa non è uguale in tutte le specie. A titolo di esempio, nelle conifere arriva a 2 m/ora, nelle latifoglie a porosità diffusa a 6 m/ora, mentre in quelle a porosità anulare può facilmente superare i 40 m/ora. E’ fisiologico perciò che i tempi d’infusione, anche nello stesso giorno, varino con la specie.
In un periodo e in una giornata ideali, su una pianta ben sviluppata e ricca di foglie, i tempi aumenteranno iniziando dalle latifoglie a porosità anulare (castagno, frassino, olmo, querce, ontano, gelso) alle latifoglie a porosità diffusa (faggio, platano, acero, betulla, pioppo, salice, melo, ciliegio, pero, noce, tiglio, ippocastano, magnolia, liriodendro), alle palme, alle conifere poco resinose sino a quelle maggiormente resinose (pino, abete rosso, larice, douglasia), in cui saranno massimi. Relativamente a queste ultime, l’infusione molto spesso è ostacolata dal deflusso di resina; in questo caso è opportuno effettuare il trattamento sotto forma di iniezione e nel periodo corrispondente alla minor pressione naturale della resina, evitando i periodi più caldi dell’anno. Anche nel caso delle palme, la cui traslocazione linfatica è molto lenta, è opportuno operare per iniezione.
I trattamenti effettuati nel periodo di riposo vegetativo, così come quelli in prossimità di anomalie strutturali (capitozzature, vecchie potature, cicatrizzazioni, nodi, carie) richiedono molto più tempo o non sono efficaci. In questi casi è opportuno attendere un’epoca diversa o cambiare sito di trattamento.

L’Università di Padova ha recentemente brevettato un apparecchio per l’infusione di liquidi (antiparassitari, fertilizzanti, fitoregolatori, biostimolanti, dissecanti) nel sistema linfatico di piante legnose, basato sull’assoluta innovatività della sua lama. Il suo nome è B.I.T.E., un acronimo che significa per Blade for Infusion in Trees (lama per infusione negli alberi). Nella lingua inglese bite significa puntura e in queste parole è racchiuso il suo significato. Per il trattamento non è più necessario eseguire un foro preliminare, che comporta asportazione di tessuti e riscaldamento del cambio,ma è sufficiente raggiungere i vasi linfatici per accelerare la suzione mediante una lama lenticolare, forma geometrica secondo la quale un fascio di fibre spontaneamente si divarica. Forma e dimensioni della lama permettono un parziale e temporaneo schiacciamento dei vasi xilematici, nei quali la linfa è naturalmente in depressione producendo un effetto Venturi che, in funzione della velocità della linfa (specie, fase fenologica, condizioni ambientali) e in assenza di pressioni esterne, velocizza in modo più o meno sensibile lo spontaneo assorbimento del liquido (fino a 20 ml in 2 minuti).

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