Articolo del 02/10/2015 19:07:53 di Vetrò Maria Caterina

L’utilizzo di pratiche orticole come riabilitazione di giovani a rischio a Java Centrale, Indonesia

Categoria: Ortoterapia

Lavorando nei paesi in via di sviluppo (PVS), capita frequentemente e senza sorpresa di imbattersi in progetti dove le pratiche agricole e orticole, più o meno consapevolmente, vengono utilizzate quale strumento riabilitativo di fasce a rischio. La Fondazione Karang Widya di Java centrale recupera da qualche anno ragazzi di strada grazie a un programma terapeutico di orticoltura secondo metodi organici.

I ragazzi coinvolti nel programma arrivano al centro con una molteplicità di problematiche: abuso di alcol e droghe, sfruttamento e tratta sessuale, abusi e violenza… tutti vivevano prevalentemente in strada, alla giornata, per guadagnare qualche soldo. Poi hanno deciso di cambiare vita, e sono stati accolti dal centro, che si trova in una bellissima fattoria tra risaie su suggestivi pendii vulcanici.

Gli aspetti terapeutici

Laddove la terapia orticolturale viene definita come “una disciplina medico-psicologica che utilizza piante, giardinaggio e orticoltura quali strumenti di riabilitazione e cura in programmi terapeutici progettati ad hoc” (Davis, 1995), l’agricoltura sociale –di cui la terapia orticolturale costituisce un’applicazione specifica- valorizza pratiche agricole quali strumenti di recupero e miglioramento globale della condizione umana, non necessariamente terapeutici. Il programma Karang Widya, nato come un progetto di agricoltura sociale, è inaspettatamente riuscito a perseguire risultati terapeutici!

Della durata minima di 6 mesi, il percorso è basato principalmente su lavori monitorati in orto e in fattoria, completato da counselling psicologico settimanale per verificare acquisizioni, miglioramenti e criticità. Spesso i ragazzi si dimostrano reticenti ai colloqui psicologici, non abituati ad esprimere la loro interiorità. Si dimostrano invece instancabili nei lavori in campo, dove trascorrono anche 12 ore. Il gruppo di lavoro si consolida presto, dimostrando empatia e collaborazione tra i ragazzi. Responsabilità e disciplina, prima assenti o precarie, fanno ingresso nella loro giovane vita attraverso il rispetto di regole ferree. Il valore simbolico del poco denaro raccolto dalla vendita dei prodotti al mercato locale è un fattore motivante, nonché esempio di come si possa guadagnare in modo onesto e dignitoso.

I benefici ottenuti

Rispetto ad altri programmi di recupero di ragazzi di strada ad elevato rischio, in cui la ricaduta è stata la regola e la strada è tornata ad esser la ‘casa’ per i più, questo programma ha ottenuto risultati strabilianti, dimostrando i dirompenti benefici della natura come fattore terapeutico.

L’orto o il giardino, infatti, oltre ad essere setting terapeutici, diventano essi stessi co-terapeuti, amplificando i benefici ottenuti. Per di più, i nuovi apprendimenti consentono di reinventarsi nel lavoro e cominciare una nuova vita, cambiando anche valori e attitudini.

Ecco alcune dichiarazioni di Joko, uno dei partecipanti: “mi sono reso conto subito di quanto mi faceva star bene lavorare in campagna! Tanto da volerci andare anche nei giorni liberi…ho cominciato a sognare di poter avere la mia fattoria organica per vendere prodotti a ristoranti vegetariani della zona”. Sogno realizzato, in quanto Yoko con altri 2 ragazzi del programma hanno intrapreso questa nuova avventura, col supporto parziale dei fondi di una ONG (organizzazione non governativa) straniera.

Altri ragazzi vengono reinseriti professionalmente in contesti di lavoro simili.

L’esperienza di Karang Widya è un caso ben riuscito di applicazione degli approcci legati all’agricoltura e orticoltura terapeutiche, dimostrando come tali attività rappresentino un’alternativa alla droga, alla violenza, al circolo vizioso dei comportamenti antisociali, ed anche un’opportunità di guarire e crescere, aiutare la socializzazione e aumentare l’autostima (McGinnis 1989, Nixon and Read 1998).

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