Articolo del 24/09/2015 14:02:57 di Mailli Enrico

Una mania tutta britannica: what’s new at Kew?

Le opportunità offerte dall’inverno verso il suo finire

Categoria: Giardinaggio

Per ogni suddito di Her Majesty che voglia essere definito tale un pellegrinaggio all’anno è d’obbligo in questa sorta di Mecca;  ancora una mania dunque, una delle tante in materia di rapporto col verde, che come un morbo divora i cugini d’oltremanica.

Circa la scelta del periodo da dedicare alla visita di un giardino di tale importanza sento di poter sfatare almeno un luogo comune.

La primavera inoltrata è sicuramente il momento migliore per gustare l’apice delle fioriture, l’estate viene scelta perché offre passeggiate rigeneranti nel verde all’ombra dei grandi alberi; l’autunno poi ci attende per consentirci di cogliere, come frutti maturi, i cromatismi che ammorbidiscono il paesaggio e conducono dolcemente dal caldo estivo alle più cupe tonalità  invernali.

In questa varietà di contesti che deliziano l’animo non consideriamo mai le opportunità offerte dall’inverno verso il suo finire, quanto questo momento possa essere ricco di fascino per la visita ad un giardino.

A conferma della bontà di questo pensiero, giunge l’ormai famigliare Graham Stuart Thomas nel piacevole libello (già citato in un precedente articoloThoughts from a garden seat, uno snello prontuario per la comprensione dell’anglosassone verde pensiero oltre che raccolta di saggezza e verde filosofia espresse sempre con una chiarezza disarmante.

Proprio al primo capitolo, infatti, si legge “Quando comincia la primavera? Il calendario dice il 21 marzo ma penso che nell’Inghilterra meridionale ci sono dei giorni, a volte persino settimane intere durante gennaio e febbraio in cui nell’aria circola un sentore di primavera.”

A poco a poco la primavera incomincia” recita il poeta Swinburne ed è impossibile dargli torto; periodi di clima mite si alternano con freddo pungente che pizzicano i boccioli precoci.

Alberi ed arbusti autoctoni sono diffidenti e non rispondono al primaverile tocco fino a marzo inoltrato, quando una festa di coraggiosi fiori dei tanti arbusti esotici ha già allietato i nostri giardini”.

Non ricorderò quindi, qui di seguito, le forme aliene di cactus, piante esotiche e piante carnivore amorevolmente coltivate nelle famose serre del XIX secolo nè del maestoso ed imponente alpine garden o delle ricche collezioni botaniche disseminate ovunque.

L’attenzione sarà per una volta concentrata sugli oltre 5.000.000 late winter – early spring bulbs introdotti ultimamente che accompagnano il devoto visitatore durante tutto il tragitto all’interno di Kew, senza interferire col godimento dell’ossatura dei giardini, dei suoi elementi strutturali ed essenziali, di forme, geometrie e viste e punti focali; e proprio questo è il regalo di fine inverno in uno dei parchi più prestigiosi al mondo.

Crocus vernus, che fa la sua comparsa con lo scioglimento della neve che gli consente di sopravvivere a temperature rigide.

Galanthus nivalis del quale i Greci sottolineavano la candida purezza del colore concependone il nome come fiore di latte mentre gli amici inglesi con lo stesso intento lo definiscono con la poetica immagine Snowdrop (goccia di neve).

Muscari (tra cui ricordo l’ armeniacum) il cui nome indica una caratteristica riscontrata dai Latini che avevano rilevato l’odor di muschio emanato da alcune specie, uno dei bulbi più semplici da coltivare.

Narcissus, associato nella mitologia alla splendida figura del giovane e vanitoso Narciso innamoratosi della sua stessa immagine riflessa dall’acqua e trasformato quindi in un fiore dalla corolla perennemente piegata sul proprio stelo.

Scilla siberica, la più comune delle scille che fioriscono in climi freddi, in felice compagnia dei narcisi. Un fiore delizioso, che è difficile pensare utilizzato da Ippocrate in quanto le radici sono ricche di un potente veleno.

Sembra proprio di immergersi nelle pagine del vecchio Graham.

Da vero Inglese cammino sull’erba, chiedendomi se sia moralmente consentito calpestare un qualche narcisetto.

Fosse estate penserei “Gosh, peccato che lo scorso inverno (il più rigido degli ultimi 100 anni) abbia quasi sterminato la collezione di oltre 550 specie di ornamental grasses (graminacee)…” .

Ma rose e peonie dormono ancora e mi soffermo un istante per deliziarmi innanzi alla maestosa fioritura della collezione di magnolie giapponesi, certo che gli abili giardinieri di Kew ripristineranno le amiche graminacee nelle loro aiuole, entro l’estate…

Morale? 13,50 sterline ben spese! E soprattutto forti suggestioni.

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