Articolo del 12/10/2015 16:04:47 di Vavassori Angelo

Le opere pubbliche non mancano ma… il florovivaismo lombardo segna il passo

Categoria: Giardinaggio

La realtà socio – economica del comparto florovivaistico sta vivendo un periodo di profonda crisi e di messa alla prova della solidità delle aziende. Una situazione non solo Italiana, ma diffusa a livello europeo, con la Germania in testa, dove numerose aziende sono a rischio di chiusura. Tuttavia fermiamoci e facciamo il punto sulla situazione lombarda.

Il Florovivaismo ha affrontato un triennio horribilis e l’anno in corso si va confermando come il quarto anno in calo per il settore delle piante e dei fiori; pochi progetti e un andamento commerciale fortemente in negativo, segnato dai picchi di vendita solo in corrispondenza delle ricorrenze e della primavera , come negli anni 80.

Gli Enti pubblici non realizzano nuove aree verdi e si limitano alla sola manutenzione, mentre i privati fanno acquisti essenziali e realizzano le aree verdi solo se obbligati per finire i lavori ( e con scarsa qualità). Solo nella primavera di quest’anno c’è stato, in corrispondenza di Euroflora, una minima ripresa del mercato privato a fronte di una forte spinta promozionale e di riduzione dei prezzi delle piante.

Nell’anno 2010 abbiamo perso circa il 20 % della PLV dell’anno precedente, mentre nel 2009 e 2008 avevamo già ridotto di una quota compresa tra il 25 ed il 30% il fatturato medio del biennio 2006 – 2007.

La PLV del comparto florovivaistico Regionale è scesa a circa 450 milioni di euro annui attuali contro gli oltre 720 degli anni 2006 – 2007.

Pur non riducendosi le superfici di coltivazione, si va riducendo il numero di aziende, infatti hanno chiuso decine di aziende sia di produzione floricola che vivaisticaNon può passare inosservata la ridottissima presenza di domande di sviluppo delle aziende florovivasitiche nelle Misure del PSR di questi anni. Ciò è molto preoccupante, in quanto esprime la tendenza che in questi anni non si cresce, ma si cerca di sopravvivere.

Questo è un segnale forte al quale dovremmo, in modo concorde cercare di porre rimedio.

Alla potenziale domanda, quali misure mettere in atto per dare sostegno al comparto florovivaistico ci viene spontaneo suggerire agli Enti pubblici, Regione Lombardia in testa, di acquistare le piante giacenti nei vivai di produzione di piante inevase ( il vecchio sistema di ritiro della produzione in eccesso ).

Peraltro, questa crisi di vendita di piante avviene in un momento in cui si assiste nella nostra Regione, e su iniziativa della Regione Lombardia come committente, ad un proliferare di lavori per la sistemazione del territorio e compensazioni ambientali senza far uso di piante e di aziende del territorio.

E’ doveroso ricordare il clima piuttosto negativo e di forte criticità presente tra gli imprenditori, in quanto pur essendoci in Lombardia una presenza molteplice di opportunità per la fornitura di piante per la mitigazione ambientale delle grandi opere infrastrutturali, registriamo una totale assenza di occasioni di fornitura e messa dimora.

Le opere in corso, quali Brebemi, Pedemontana, Ospedali, tangenziali, ecc si vanno rivelando come una forte delusione ed emarginazione delle nostre imprese, nonostante si sia cercato di avviare una proposta importante come il Contratto di coltivazione o mettere in atto un Patto sociale a sostegno delle imprese locali a fronte degli scompensi dovuti ai lavori ed al consumo del territorio.

Per fare l’esempio più eclatante e ultimo possiamo descrivere la situazione generatasi con Brebemi, per cui il general contractor ha svolto un bando per il subappalto delle opere a verde mediante un’asta per trattativa privata per l’assegnazione di due lotti di forniture, comprendente la fornitura, la messa a dimora e la manutenzione del verde per tre anni, per un valore iniziale di circa 8 milioni di Euro, al netto del ribasso d’asta iniziale. Ci risulta che i due lotti siano stati assegnati a due aziende, dopo ripetute aste e offerte al ribasso, per un totale complessivo dei due lotti di soli 1,7 milioni di euro; se così fosse, il general contractor, nel subappalto, avrebbe guadagnato circa 6 milioni di euro ma leimprese si sarebbero addossate un onere di lavoro al di sotto del costo di produzione.

Le opportunità dei lavori infrastrutturali in Lombardia si stanno rivelando, con il sistema attuale, delle situazioni ad altissimo rischio d’impresa e preambolo alla chiusura aziendale.

Le nostre richieste sono le medesime da tempo, al fine di affrontare insieme il tema del sostegno, e purtroppo non ancora della crescita e sviluppo, alle aziende consapevoli della piena criticità del momento economico; le proposte sono:

- promozione in Italia ed all’Estero, con la ripresentazione delle legge L.R. 31 / 2008  - art. 12 – Concessione di contributi per la promozione e la valorizzazione dei prodotti agricoli lombardi;

separazione delle opere del verde dalle opere edili nelle realizzazioni infrastrutturali;

applicazione del contratto di coltivazione alle opere del verde;

coinvolgimento delle imprese private nei lavori e forniture per la lotta all’Anoplophora;

collaborazione a realizzare le opere a verde con piante autoctone e certificate per la parte ambientale locale di Expo 2015,eventualmente in sinergia con una azione pubblico – privato.

Se ricordiamo che il florovivaismo ha la quota di manodopera più alta tra i settori agricoli e che dopo la zootecnia e il latterappresenta il terzo settore più importante per l’agricoltura lombarda, risulta indispensabile mettere attenzione e progettualità su questo comparto che ha sostenuto tutta l’agricoltura lombarda nel periodo di riconversione della crisi delle aziende zootecniche.

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