Articolo del 30/09/2015 19:07:13 di Delloste Luigi

Il verde in verticale

Coltivare ogni tipo di vegetazione con poco

Categoria: Giardinaggio

Mi vengono in mente quei balconi, quei terrazzi dove in quei vasi, a volte piccoli e sconnessi, comunque sempre tra i piedi, crescevano cespugli e fiori di ogni genere. In quel vociare da ballatoio, da caciara tra un fatto e l’altro, in uno svolazzare tra un panno steso e una seggiola addossata al muro, dove il colore del verde era in qualche modo un lusso apprezzato da tutti in un grigiore così diffuso.

Tra quelle piantine e rametti a volte anche pieni di spine e dolori, tra le urla dei genitori, crescevamo, correndo a zig zag per evitarli e ogni tanto qualche cosa si rompeva.

C’erano vasi di ogni forma e dimensione fatti di terra cotta e legno che con il passare del tempo si consumavano dando aspetto di sé ricco di vita cresciuta, vissuta. C’erano i fiori seminati in primavera, perchè in quei tempi non si acquistava ancora la piantina già formata dal vivaista, ciò poteva essere infatti appannaggio ancora di pochi.

Addossati alla parete del balcone, su cassette della frutta e ceste, su vecchi mobili non più decorosi da tenere in casa, impolverati dallo smog, c’erano i vasi con le piantine officinali che la facevano da padrone: salvia, rosmarino, lauro, qualcuno osava tenere anche l’erba cipollina con quel suo aroma così intenso…

In un modo o nell’altro si riusciva a mantenere un ambiente un po’ balzano che per qualche verso ricalcava l’aspetto dell’orto.

L’utilità dell’orto.

Quell’orto che da bravi cittadini della metropoli non si potrà mai possedere, mai ‘avere’, dove essere ortolano e poter godere dei suoi frutti è da sempre e ancora quanto mai un grande desiderio, una grande aspirazione di tutti.

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Di ritorno a casa la sera, stanchi, dopo i saluti alla famiglia, il primo pensiero era per quel balcone, quel terrazzino, quel gioioso paradiso, piccolo ma così intenso, che ci faceva preoccupare, proprio come lo sono i contadini, quando nell’aria si sente il temporale, che può far danni alle colture.

Si trattava di bagnare quelle pianticelle assetate, a volte, tagliare un rametto secco e poi concimare con ciò che si aveva a disposizione, anche di organico casalingo…

Era un attaccamento alla terra, madre di ogni cosa e foriera di salute, forza aromi.

E il fiore che sbocciava era il successo inatteso ma sperato, voluto, che coronava quei piccoli sforzi in quei grandi pensieri che in noi vivono da sempre.

Quanto ci possa dare la presenza di questi vegetali nell’ambiente in cui viviamo è ancora oggi osservazione di ricercatori e studiosi della psiche umana, dove  l’obiettivo primario del benessere dell’uomo che vive in città si vuole raggiungere anche con questi sistemi.

E tanto sentiamo ricevere dalla crescita della piantina, del fiore, dal profumo e dagli aromi delle officinali che ci accompagnano anche in cucina nei nostri piatti, che acquistano sapore in più proprio perché saporiti con i nostri prodotti, quelli della nostra “terra”.

Da allora è passato tanto tempo, pare di descrivere una storia antica, poiché l’uomo da sempre ha cercato di circondarsi di piante, pur vivendo nelle piante del bosco vicino alla propria casa, già i babilonesi ci avevano pensato con i giardini pensili.

La tecnologia nel frattempo ha fatto qualche passo e ora possiamo ammirare, direi anche un po’stupiti, l’infinita semplicità della realizzazione di queste pareti verticali sulle quali può crescere ogni tipo di vegetale (non disdegnerei un bonsai di Sequoiadendron giganteum!). Dove con poco, nel misero spazio cittadino, si possa ‘avere’, coltivare ogni tipo di vegetazione a noi cara.

Penso al terrazzo di un cuoco famoso in un centro storico: una bella parete verticale piena di rosmarini, borragine, lavanda, artemisia, timo, melissa, limonina, menta, origano, maggiorana, ruta e chissà quant’altro ancora!

E poi cenare a lume di candela estasiati dalla cucina superba e inebriati dalla miscela degli aromi così vicini al tavolo!   Che meraviglia!

In così poco spazio ottenere risultati così lusinghieri!

Oppure un bel quadro arlecchino nell’attico di una pittrice: colori dei fiori di erbacee perenni presenti per dodici mesi l’anno!

Potremmo chiamarlo colori perenni!

Tutto ciò è effettivamente possibile, struttura collaudata, coltivazione semplice ed efficiente, solo l’indispensabile di acqua e fertilizzanti.

In più il tocco ‘magico’ delle invisibili micorrize, funghi che entrano in simbiosi con gli apparati radicali ed aiutano le pianticelle a non ammalarsi e ad assorbire più facilmente nutrimento ed acqua.

I materiali usati, come il metallo o geostuoia plastica interna, sono tutti riciclati-riciclabili, un po’ come i vasi di coccio o le tazze sbreccate piene di bulbi fioriti sul balcone della nonna.

Il tessuto non tessuto che avvolge ogni modulo sarà ricamato dalle sottili radici delle erbacee.

La peluria vegetale che avvolge le noci di cocco è un ottimo substrato di coltivazione, leggero e permeabile.

L’acqua, bene prezioso, è raccolta e conservata per i momenti di necessità dai gel idroretentori, che si trovano mischiati alla fibra di cocco all’interno di questi ‘quadretti’ di orto.

E una manutenzione dell’ordinarietà semplice, accessibile a chiunque abbia il piacere di improvvisarsi una parete verde dinamica vivace e gioiosa tra le pareti della propria abitazione.

Insomma: un verde in verticale!

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