Articolo del 24/09/2015 13:01:56 di Longhi Umberto

Il segreto del giardiniere

Iris ‘Beautiful Vision’

Categoria: Giardinaggio

Il figlio del ciabattino ha le scarpe bucate, recita un vecchio adagio e nessun proverbio è più adatto per descrivere lo stato in cui versa la maggior parte dei giardini di proprietà dei giardinieri. Ed il mio non fa eccezione. E, si badi bene, non si tratta di incuria dovuta alla mancanza di tempo. L’origine dell’apparente caos incontrollato che regna sovrano nel mio giardino è da ricercare nella mania di recuperare e di raccogliere che accomuna molti giardinieri (non so se i più bravi, ma sicuramente i più appassionati).

È infatti la passione che mi spinge, ogniqualvolta un cliente mi chiede di eliminare una pianta, a darle una seconda possibilità, e ogni volta che vedo dei semi maturi pendere da un ramo, a raccoglierne una manciata e mettermeli furtivamente in tasca con l’emozione di un bimbo che coglie una ciliegia dall’albero.

Così facendo ho riempito sia il vivaio, sia il giardino di casa, di piante che, forse proprio perché salvate da un futuro incerto, in qualche modo riconoscenti mi ripagano, spesso, con meravigliose fioriture o copiosi raccolti. Negli anni ho recuperato di tutto, dalla più piccola erbacea tappezzante fino alle alberature, ma c’è un genere di piante che, più delle altre, ha saputo conquistarmi a tal punto da farmi diventare quasi un collezionista. Sono gli Iris, in particolare Iris barbata, comunemente chiamati spadoni.

Gli Iris per la verità mi hanno accompagnato in tutta l’esistenza. Erano presenti nel giardino della casa dove sono nato e anche in tutti gli altri giardini in cui sono cresciuto giocando. Ci sono sempre stati, silenti, in qualche angolo asciutto, sotto un muro scrostato. Dimenticati e anonimi per undici mesi e mezzo.

Ma nei quindici giorni rimanenti la loro fioritura copiosa ed elegante, regale e maestosa, mai prepotente, d’improvviso li rende i protagonisti assoluti dando risalto all’angolo dimenticato del giardino dove sono stati relegati.

E questo miracolo si ripete tutti gli anni, a patto che si rispettino poche e semplici regole colturali.

Piantate i rizomi tra luglio e settembre. Lavorate il terreno fino ad una profondità di circa 20 cm e, se il terreno è duro e pesante, aggiungete della sabbia ed un poco di compost ben maturo. Appoggiate i rizomi sul terreno (con le radici rivolte verso il basso!!) distanziati di 20/30 cm tra loro e copriteli con poca terra lasciandone scoperta la parte superiore. Bagnate subito dopo l’impianto e, durante la stagione estiva, non più di una volta a settimana. Durante il resto dell’anno sarà sufficiente l’acqua piovana.

Ogni 4/5 anni tra la fine di luglio e settembre è bene dividere i rizomi eliminando le parti vecchie e malate. Fatelo con i vostri bambini, saranno entusiasti di vedere crescere e poi fiorire un pezzo di radice piantato da loro!

L’Iris, una delle più antiche piante coltivate, già simbolo della Firenze rinascimentale nonché della corona francese, può trovare facilmente collocazione sia nel giardino informale, romantico, sia nei moderni giardini geometrici e neo-formali dove vengono apprezzati anche per il portamento snello e slanciato del fogliame.

Oggi in commercio se ne trovano migliaia di varietà con differenti forme, colori, dimensioni e profumi. Ogni anno ne vengono selezionati di nuovi e in tutto il mondo migliaia di collezionisti e semplici amatori fanno a gara per procurarseli, visitando vivai specializzati o acquistandoli su internet.

In Italia, invece, da qualche anno stanno vivendo un periodo di difficoltà, non sono più di moda.

Pare che solo i benzinai ne siano ancora affascinati.

Ma nel mio giardino e nei giardini che penso e realizzo ci saranno sempre un muro scrostato e un angolo dimenticato che chiedono, per quindici giorni all’anno, un momento di gloria.

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