Articolo del 08/10/2015 16:04:47 di Longo Santi

Non sottovalutiamo il contributo economico degli impollinatori

Categoria: Agricoltura

A cura del Prof. Santi Longo – Ordinario di Entomologia agraria, Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agroalimentari e Ambientali Sezione Entomologia applicata, Università degli Studi di Catania (su gentile concessione di Agrimpresa)

Le migliaia di specie di insetti antofili che visitano i fiori per alimentarsi di nettare e polline sono l’anello primario di ogni nicchia ecologica poiché dalla loro attività pronuba dipende la riproduzione e l’evoluzione delle piante entomogame alle quali assicurano l’impollinazione e lo sviluppo di frutti e semi. Il pronubo più noto, soprattutto per il miele, è l’ape mellifera (Apis mellifera) mentremisconosciuta è l’attività delle oltre 2.500 specie di api selvatiche europee, quali le Osmie e i Bombi che, anche in condizioni climatiche difficili, riescono a impollinare alcune colture più efficacemente rispetto alle api mellifere.

La loro attività va tutelata costituendo habitat specifici, gestendo l’utilizzo dei prodotti fitosanitari e lasciando delle aree rifugio incolte dove possano trovare risorse nutritive e nidificare.

La scomparsa delle api selvatiche passa spesso inosservata in quanto esse sono note solo a pochi specialisti.
Delle circa 900 specie di api selvatiche segnalate per la nostra fauna, recentemente ne sono state censite solo 355. Tale dato, in linea con quelli provenienti dalle aree più antropizzate del mondo, è un allarmante indice del depauperamento e della riduzione della biodiversità del nostro Paese.

Il contributo economico dei pronubi all’impollinazione delle piante coltivate, nel mondoè stimato fra i 150 e i 200 miliardi di Euro per anno, mentre in Italia questa valutazione è di circa 1,5 miliardi di Euro di cui 1,2 per le sole api mellifere.
In vari Paesi da alcuni anni vengono segnalati fenomeni di mortalità o di spopolamento di alveari; i probabili fattori di rischio sono le patologie e le pratiche apistiche, l’andamento climatico, la riduzione dei siti di bottinamento, lo scarso valore nutrizionale del polline raccolto, la gestione del territorio, nonché i campi elettromagnetici e le coltivazioni Ogm.

Particolare attenzione viene rivolta ai trattamenti fitosanitari sia con gli insetticidi ad azione tossica acuta, i cui effetti immediati sono facilmente rilevabili, che con gli insetticidi usati per la concia delle sementi (neonicotinoidi), microincapsulati e regolatori di crescita (Igr). Tali principi attivi hanno azione più subdola e difficile da collegare alla causa e possono agire anche a dosi subletali provocando anomalie di comportamento delle api che possono condurre allo spopolamento degli alveari. Per il monitoraggio dei fenomeni di spopolamento e mortalità è operante in Italia (progetto Apenet) una rete estesa a tutte le regioni, i cui dati consentiranno al nostro Paese, che nel 2008 ha sospeso l’impiego dei neonicotinoidi, di valutare adeguatamente, anche in sede europea, l’eventuale bando totale di tali insetticidi.

Corsi

Sponsor

Newsletter

Desideri essere sempre aggiornato con le iniziative della scuola? Iscriviti alla nostra newsletter, e sarai sempre informato.
AVVERTENZA. DLGS 196/2003. Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Gli indirizzi e-mail presenti nel nostro archivio provengono o da richieste di iscrizioni pervenute al nostro recapito o da elenchi e servizi di pubblico dominio pubblicati in internet, da dove sono stati prelevati.