Articolo del 11/10/2015 18:06:32 di Ievoli Corrado

La "nuova" modernizzazione tra sviluppo rurale e multifunzionalità

Categoria: Agricoltura

Su gentile concessione della Editrice Compositori

L’esigenza di articolare in maniera differente il rapporto tra agricoltura e sistema socio – economico ha trovato nuovi paradigmi di riferimento, emersi in connessione con l’evoluzione delle politiche di settore.

Il primo di tali paradigmi è costituito dallo sviluppo rurale che, al di là dei tecnicismi programmatori (es. OCS, PSR, Assi, Misure, etc.), ha finito per sollecitare una nuova visione del ruolo dell’agricoltura nello sviluppo (cfr. ad es. van der Ploeg et al., 2000) — inteso soprattutto come sviluppo locale delle aree non urbane — che andasse al di là della semplice fornitura di materie prime agricole (e/o tessili a seconda dei contesti) all’industria manifatturiera.

Senza volere affrontare in dettaglio la questione, va osservato che il ruolo dell’agricoltura risulta, da un lato, parzialmente ridimensionato in termini quantitativi, in quanto lo sviluppo si caratterizza ovviamente per l‘arricchimento della dimensione intersettoriale, cioè per la diversificazione del tessuto socio – economico (artigianato, turismo, etc.) rurale e per l’aumento dei legami tra vecchi e nuovi settori. D’altro canto, in questo quadro, all’agricoltura viene affidato un ruolo fondamentale sia per la valorizzazione dell’ambiente e del territoriosia come matrice culturale e materiale del processo di diversificazione.

In altri termini, nella visione moderna, l’agricoltura ricomprende al suo interno una pluralità di attività e competenze che possono o meno, in funzione di una serie di fattori, caratterizzarsi in maniera autonoma rispetto all’azienda agricola originaria. Tra queste attività vi sono proprio iservizi che possono rappresentare un elemento di diversificazione dell’attività agricola (ad esempio servizi di ristorazione e ricettività realizzati in forma di agriturismo) o svilupparsi in maniera autonoma sotto il profilo aziendale (per continuare con l’esempio precedente sotto forma di turismo rurale).

L’altro grande attrattore culturale al quale viene affidata la ridefinizione del ruolo dell’agricoltura nel sistema socio – economico è costituito dalla multifunzionalità. Anche in questo caso si tratta di un contenitore nato in sede di elaborazione politica che ha stimolato una più generale riflessione sulle funzioni svolte dall’agricoltura e sulle caratteristiche degli output delle aziende agricole (Van Huvlenbroeck et. al., 2007). Per quanto riguarda le prime vengono oramai riconosciute al settore:

• una funzione verde (gestione del paesaggio, degli habitat, della biodiversità, etc.);

• una funzione blu (gestione delle risorse idriche, dell`equilibrio idrogeologico, etc.);

• una funzione gialla (mantenimento della vitalità e dell’identità sociale delle aree rurali, conservazione dell’eredita culturale, funzione ricettiva e ricreativa, etc.);

• una funzione bianca, che può essere identificata nella sicurezza e nella qualità alimentare.

Per quanto riguarda gli output viene sottolineato che solo alcuni di questi hanno le caratteristiche di beni privati, mentre altri hanno natura di beni pubblici. Di particolare interesse è la natura congiunta di alcuni di tali output, in relazione alle caratteristiche tecniche di alcune attività e ai caratteri di alcuni input specifici.

La definizione operativa di multifunzionalità adottata dall’Ocse (Oecd, 2001) considera, per l‘appunto, le specificità dei processi agricolisottolineando che questi spesso realizzano prodotti congiunti, alcuni dei quali costituiti da merci (commodity outputs) ed altri da non merci (non – commodity outputs), alcune di tali non -commodityhanno caratteristiche di esternalità (effetti della attività di un individuo su altri senza che questi paghino o ricevano alcunché in cambio) e/o di beni pubblici, cioè, tecnicamente parlando, beni non escludibili (è difficilissimo escludere dal loro consumo chi non paga), e nonrivali (il consumo da parte di un individuo non ne diminuisce la disponibilità per gli altri). Come si vede la definizione Ocse non si sforza di definire a priori quali siano i prodotti e servizi commerciabili da quelli non commerciabili. Anche perché il confine tra le due categorie di output è, in parte considerevole, connesso alla struttura istituzionale e alla regolamentazione dei fenomeni.

Un modo di collegare i due paradigmi — sviluppo rurale e multifunzionalità — può essere identificato nell’approccio che, partendo dalla necessità di un forte recupero di soggettività degli agricoltori, legge lo sviluppo rurale come un processo di spostamento dei confini dell’azienda agraria in tre direzioni diverse (Ventura -Milone, 2004):

• quella della valorizzazione, basata su una strategia di incremento del valore aggiunto dei prodotti già realizzati (filiere corte di commercializzazione, prodotti di qualità, trasformazione dei prodotti aziendali, etc.);

• quella della differenziazione, volta all’avvio di nuove attività (agriturismo, servizi del verde, conservazione del paesaggio, servizi alle persone disabili o meno, produzione di energia, etc.);

• quella della rifondazione, cioè individuazione di nuovi meccanismi di mobilizzazione delle risorse (es. pluriattività, etc.).

In questa logica, le strategie aziendali possono considerare, nell‘ambito della leva costituita dalla differenziazione, una serie di servizi che possono essere il risultato congiunto di attività già avviate o costituire attività avviate ex-novo, basate su fattori e competenze almeno in parte già presenti in azienda. Oltre a essere una utilizzatrice di servizi, l’azienda agricola si propone in questo quadro come fornitrice di servizialcuni dei quali non direttamente commerciabili – il pagamento dei quali può essere ottenuto o attraverso un finanziamento pubblico o, indirettamente, attraverso prodotti e / o servizi ad essi riconducibili (come nel caso di servizi di ricezione che incorporano nel loro valore la fruizione di un contesto ambientale particolarmente gradevole costruito dalla stessa azienda) – e altri commerciabili, quali, ad esempio, quelli che attengono alla realizzazione, gestione e manutenzione di aree verdi pubbliche o private.

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