Articolo del 08/10/2015 15:03:41 di . . .

Dalla ricerca una novità per combattere la maculatura bruna del pero

Categoria: Agricoltura

Su gentile concessione di Agrimpresa

L’attenzione dei produttori nei confronti di maculatura è in aumento: la difesa si basa, infatti, su una serie di trattamenti preventivi, dalla fioritura alla raccolta, con elevati costi e impatto ambientale, a cui, negli ultimi anni, si aggiungono risultati non sempre positivi dovuti alla mancanza di efficacia mostrata da alcuni principi attivi, quali iprodione e strobilurine.

Un rimedio può risiedere nei programmi di miglioramento genetico, come quelli in corso presso i laboratori del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna nell’ambito del progetto Ager Innovapero,  mirati all’individuazione e al recupero di resistenze geniche alla maculatura già presenti nel germoplasma del pero,  come ad esempio nella cultivar ‘Max Red Bartlett’ che non viene attaccata dalla malattia.

“Il tentativo in corso è quello di trasferire questa resistenza a nuove selezioni di pero attraverso incroci controllati fra ‘Max Red Bartlett’ e altre varietà di pregio quali ad esempio ‘Abate Fetel’. A oggi abbiamo già identificato due regioni, nei cromosomi 2 e 15, associate al carattere di resistenza a Stemphylium vesicarium e possiamo affermare con certezza che il carattere della resistenza alla maculatura è controllato da più geni.” affermano Marina Collina e Luca Dondini dello staff di ricerca capitanato da Agostino Brunelli, che aggiungono: “Il nostro prossimo obiettivo è, grazie alla disponibilità di una mappa genetica e di marcatori associati a questa resistenza, la messa a punto di un protocollo per la selezione precoce (Mas) di nuovi genotipi di pero resistenti a maculatura bruna”.

Infatti, una mappa genetica già disponibile sulla popolazione di ‘Abate Fetel’ x ‘M. R. Bartlett’ è stata arricchita con nuovi microsatelliti (marcatori molecolari molto informativi che permettono di identificare con facilità ogni cromosoma di pero) rendendo più semplice l’identificazione delle regioni cromosomiche associate alla resistenza a S. vesicarium, il fungo che causa appunto la maculatura bruna.

Il miglioramento genetico nelle specie arboree richiede, tuttavia, tempi abbastanza lunghi prima di poter diventare operativo e per questo la disponibilità di marcatori per la selezione precoce è importante: i risultati preliminari sono stati confermati su una base più ampia di dati statistici ma non si esclude in futuro la possibilità di identificare altre regioni cromosomiche associate alla resistenza non ancora individuate.
Il percorso è affiancato da altre due attività.
La prima riguarda l’aumento della tolleranza del pero alla maculatura attraverso l’incremento del contenuto di Calcio nelle foglie e nei frutti grazie a specifiche somministrazioni: le prove in corso, a cui collabora Moreno Toselli dell’ateneo felsineo, hanno dimostrato l’efficacia di alcune strategie senza tuttavia un miglioramento significativo della  tolleranza alla maculatura bruna.
L’altra sperimentazione, condotta in collaborazione con il Polo Tecnologico Terra&Acqua Tech (Università di Ferrara) sotto la guida di Gianni Sacchetti, riguarda l’impiego di molecole naturali provenienti da residui di lavorazioni della filiera agro-industriale: scarti di potatura di melo ‘Gala’, semi di albicocche, mallo di noci e bucce acerbe di ‘Abate Féte’l hanno fornito molecole alternative a quelle chimiche: i risultati raggiunti fanno ben sperare e sono tali da giustificare ulteriori approfondimenti.

Per saperne di più su queste e le altre attività di ricerca: www.ager.innovapero.it,comunicazione@innovapero.it

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