Articolo del 09/10/2015 22:10:00 di Balduzzi Diego

Crescono gli impianti a biomasse legnose e a biogas in Lombardia

Categoria: Agricoltura

Nonostante il quadro normativo sempre in evoluzione, le aziende agricole lombarde continuano a cogliere con interesse le opportunità offerte dalla produzione energica in ambito agricolo.

La differenziazione produttiva verso le cosiddette agroenergie, sostenuta dalle incentivazioni legate alla costruzione degli impianti, insieme alle tariffe sulla produzione di energia elettrica particolarmente vantaggiose hanno fatto sì che il numero di impianti, in special modo di quelli a biogas, abbia avuto una crescita molto sostenuta, in parte connessa anche al tema della gestione dei reflui zootecnici.

A questo comporto, anche se con numeri ancora contenuti, si somma il comporto dell’energia da biomasse forestali.

Nel 2009, secondo i dati regionali, risultavano attivi 58 impianti a biogas, concentrati per il 70% nelle aree a tradizionale vocazione zootecnica come Brescia, Cremona e Mantova, per una potenza complessiva di circa 100 MW. Il numero di questi impianti, rispetto alle cifre dello scorso ottobre 2010, è arrivato a quota 86 unità, di cui 31 a Cremona, 19 a Brescia, 15 a Mantova, 10 a Lodi, 5 a Pavia, 4 a Bergamo, 1 a Milano e 1 a Sondrio. A questi numeri si sommano 124 gli impianti che risultano in programmazione con autorizzazioni già concesse o in corso di definizione.

La realizzazione di impianti a biogas continua. Nell’immediato futuro dovrebbero prendere avvio i circa quaranta progetti, che godranno dei nuovi contributi messi a disposizione dalla Regione Lombardia nell’ambito del Programma Straordinario per l’Attuazione della Direttiva nitrati. Il bando del Programma è stato attivato lo scorso aprile con l’obiettivo di promuovere la dotazione di tecnologie impiantistiche integrate, destinate a fronteggiare il tema dei carichi d’azoto e per offrire nuove opportunità di reddito agli agricoltori.

Questi impianti, infatti, prevedono anche tecnologie connesse all’abbattimento dell’azoto dei reflui trattati. La maggior parte degli impianti di biogas sono stati realizzati con finanziamenti regionali, erogati grazie ai cinque bandi attivati dal 2005 ad oggi, con una disponibilità finanziaria di circa 50 milioni di euro. Oltre a queste risorse vanno considerati gli stanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale, con i contributi delle misure 311b (differenziazione verso attività non agricole con produzione di energia rinnovabile) e 121 (ammodernamento delle aziende agricole).

Le elaborazioni della Direzione generale Agricoltura stimano che in Lombardia, al termine degli investimenti in corso, sarà trasformato in biogas il 3% dei reflui zootecnici prodotti dai bovini e il 15% dei reflui suini.

Guardando al settore del biogas non va, tuttavia, sottovalutato nel giudizio complessivo il possibile impatto della crescita di questi impianti sui prezzi e sulla disponibilità di insilato di mais. Non ci sono ancora cifre attendibili sulle superfici dedicate alle produzioni da trasformare negli impianti. E’, tuttavia, evidente che la forte incentivazione della produzione energetica da biomasse potrebbe creare qualche disequilibrio con la tradizione destinazione del mais per la produzione animale.

La produzione da biomasse non significa solo liquami e cereali dedicati. Si stanno infatti diffondendo, seppure con numeri più modesti, anche le centrali di teleriscaldamento alimentate a biomasse legnose. In Lombardia, secondo i dati regionali, sono attivi 12 impianti a biomassa destinati prevalentemente alla produzione di calore e di energia elettrica in cogenerazione e che utilizzano prevalentemente materia prima forestale raccolta nei vicini ambiti di produzione. Di questi, quattro sono in cogenerazione (2 in Provincia di Brescia, 1 a Sondrio e 1 a Pavia), mentre altri sette sono destinati unicamente al teleriscaldamento (2 a Sondrio, 2 a Brescia, uno a Bergamo, uno a Mantova e uno a Varese). La Regione, tramite la misura 221 del Psr, ha inoltre finanziato l’attivazione di oltre 270 impianti di imboschimento direttamente finalizzati alla produzione di biomassa, localizzati nelle aree di pianura per complessivi 3.200 ettari, 2.000 dei quali concentrati nella provincia di Pavia.

Le recenti disposizioni normative potranno senza dubbio incentivare anche tipologie a scala più ridotta basate sulle biomasse forestale, in particolare nell’innovativo campo dei contratti di calore e del teleriscaldamento di piccole dimensioni.

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