28 Aprile 2015

MICORIZZE

Gli apparati radicali delle piante arboree sono assoggettati a complesse relazioni con i microorganismi del suolo. Tra queste, probabilmente le più importanti sono quelle mutualistiche con i funghi micorrizici. Si tratta di relazioni simbiotiche, da cui traggono benefici entrambi i soggetti. La micorrizazione è di particolare importanza per le piante che vivono in ambienti estremi, su terreni poveri di nutrimento. L'importanza delle micorrize non si riduce soltanto all’ottimizzazione dell’assorbimento di acqua e nutrienti dal terreno a vantaggio della pianta. Le ectomicorrize, ad esempio, interferiscono positivamente sulla salute della pianta; il loro interesse è perciò crescente anche nell’ambito della patologia vegetale. Nella medesima pianta si possono normalmente riscontrare oltre venti diversi morfotipi micorrizici, nonché popolazioni batteriche (es. azotofissatori) e in diverso stadio di sviluppo. Ogni pianta, interagendo contemporaneamente con numerose specie fungine, non solo simbiotiche, ma anche saprofitiche e parassitiche, deve essere in grado di riconoscere e differenziare la propria risposta. Nel caso della simbiosi micorrizica le interazioni pianta-fungo sono meno specifiche e meno studiate rispetto a quello tra pianta e funghi patogeni. Tuttavia, alcuni aspetti risultano oggi meglio conosciuti. L’instaurarsi di un rapporto ectomicorrizico prevede reciproche trasformazioni, codificate geneticamente, che coinvolgono il rilascio e il riconoscimento di segnali chimici e la regolazione nella produzione di proteine ed enzimi. La struttura diviene così complessa ed integrata, conseguenza di una sequenza programmata di modificazioni nella parete radicale o nell’organizzazione cellulare del fungo e della pianta; è favorito, così, l’affermarsi di un nuovo modello metabolico regolato geneticamente.
Lo sviluppo dell’ectomicorrizazione è regolato inizialmente da molecole che si trovano nella rizosfera e che vengono secrete, sia dal fungo che dalle radici fini. Si tratta di segnali specifici, cioè caratteristici di determinate specie botaniche e fungine. E’ conosciuta, ad esempio, la capacità di alcune specie fungine di sintetizzare fitormoni (auxine); queste sostanze stimolano la produzione di un maggior numero di apici radicali, e quindi avvantaggiano la penetrazione del simbionte nella radice. In altri casi, si è dimostrato che essudati radicali sono in grado di favorire la germinazione di spore fungine, l’accrescimento e la modificazione delle ife. A loro volta, le ife fungine sono in grado di interagire con batteri “associati”, che favoriscono la simbiosi e la colonizzazione della radice ospitante (“helper bacteria”)(Garbaye J.1994). Un sistema radicale micorrizato presenta evidenti differenze rispetto a radici non micorizzate. Le “ife emananti” si sostituiscono in parte alle radici assorbenti della pianta, estendendosi e addentrandosi nel terreno in maniera capillare, spesso spingendosi ben oltre la rizosfera. Ne è così accresciuta la capacità di assorbimento e di mobilitazione di acqua e nutrienti, a beneficio dell’accrescimento della pianta che diviene anche meno suscettibile all’attacco di patogeni e meno esposta a stress(Frey K. 2007). Ai fini pratici, ciò che avviene normalmente nei suoli forestali potrebbe essere favorito anche nei suoli interessati dalle piante impiegate per il verde pubblico e privato (Mosca E.2007). E in parte, già qualcosa già si è iniziato a fare. Di seguito si riporta un elenco con le specie fungine oggi maggiormente utilizzate per inoculare artificialmente le giovani piante.

• Laccaria laccata
• Pisolithus tinctorius
• Hebeloma crustuliforme
• Suillus bovinus
• Tuber sp.
• Cantarellus sp.
• V.A.M. (Glomus sp.) – per piante da frutto o ornamentali o medicinali

In definitiva, i vantaggi ottenibili dalla micorrizazione sono i seguenti:
• acquisizione di nutrienti presenti in forme normalmente non disponibili per le piante (ad esempio azoto e fosforo nei composti organici);

• capacità di abbattere la presenza di sostanze inquinanti o tossiche (es.composti fenolici e metalli) del suolo;
• protezione dagli stress idrici;
• protezione nei confronti di funghi parassiti e nematodi;
• produzione di fitormoni;
• contributo al miglioramento della struttura del terreno;
• influenza nella popolazione microbica del suolo;
• benefici dovuti alla produzione di fitormoni;

• accumulazione di nutrienti;

• costituzione di reti nutrizionali

• supporto per i semenzali fornito dalle reti di ife nel terreno;

• trasferimento di nutrienti dalle piante morte a quelle vive;

• influenza sulla successione ecologica dei vegetali;

• maggiore attecchimento nei trapianti, con riduzione dello stress post-trapianto

Il fungo simbionte trae dalla pianta carboidrati e essudati radicali, e la possibilità di sopravvivere. Queste specie fungine, infatti, in genere non possiedono la capacità di vivere autonomamente: non sono capaci di aggredire e degradare la sostanza organica vivente, come invece i funghi parassiti, e nemmeno la sostanza organica morta, come i saprofiti. Si tratta di un rapporto antichissimo, non molto diverso da quello presente nei licheni. Le specie fungine, oltre ad essere più o meno legate ad alcune specie o famiglie botaniche, sono sensibili alle condizioni fisiche e soprattutto chimiche del terreno, in particolare al pH. Nella maggior parte dei casi prediligono ambiente acido o sub acido, ambienti in genere diffusi a livello della rizosfera. Ma la presenza delle varie comunità micorriziche è fortemente condizionata dalla copertura vegetale, divenendo ottimale in condizioni di media copertura e buona ossigenazione della rizosfera (Causin R.1996).
3.5.1Presenza di micorrize in funzione della copertura vegetale
SPECIE % copertura
6% 12% 23% 49% 76%
Pino silvestre Molto scarsa Scarsa Media Massima decrescente
Abete rosso Molto scarsa Scarsa Media Massima decrescente

Le diverse specie micorriziche hanno anche una varia distribuzione spaziale, come desumibile dalla tabella che segue:

E, inoltre, varia nel tempo, durante le stagioni:
SPECIE M A M G L A S O N D
Cortinarius anomalus √ √ √ √ √ √ √ √
Lactarius quietus √ √ √ √ √ √ √
Byssocorticium atrovirens √ √ √ √ √ √
Cenococcum geophilum √ √ √ √ √ √
Tomentella sp. √ √ √ √ √
Piloderma sp. √
Hebeloma sp. √ √ √ √ √ √ √ √ √
Laccaria amethystina √
Russula nigricans √
Clavulina cristata √ √ √ √
Boletus sp. √ √ √ √ √

Anche l’efficienza della simbiosi varia nel tempo. Recenti ricerche hanno messo in evidenza la valenza della comunità micorrizia quale indicatore della salute delle piante in ambito forestale (L. Montecchio, E. Motta, S. Mutto Accordi, 2008). Nel caso di deperimenti, specie ectomicorriziche utili e competitive, ma meno resistenti anche a bassi livelli di stress possono venire sostituite da specie più tolleranti, ma meno competitive, innescando un circolo vizioso che porta la pianta ad un progressivo deperimento. L’adozione di questo tipo di indagini richiede però modalità di campionamento condivise, e la capacità di riconoscere le specie presenti, tra cui molte non ancora descritte. Le prospettive circa l’impiego di questo tipo di analisi potranno permettere comunque una più completa ed oggettiva valutazione dello stato fitosanitario della pianta, come integrazione alle valutazioni dei parametri ecologici e fisiologici (Scattolin L. 2008)










BIBLIOGRAFIA
Mosca, E., Montecchio, L., Scattolin, L., & Garbaye, J. (2007). Enzymatic activities of three ectomycorrhizal types of Quercus robur/i L. in relation to tree decline and thinning. Soil Biology and Biochemistry, 39(11), 2897-2904

Scattolin, L., Montecchio, L., Mosca, E., & Agerer, R. (2008). Vertical distribution of the ectomycorrhizal community in the top soil of Norway spruce stands. European journal of forest research, 127(5), 347-357.

Strazzabosco Luigi padua research”La sostenibilità degli interventi su alberi veterani: un protocollo per la valutazione integrata e la cura Direttore della Scuola : Ch.mo Prof. Antonio Bert Supervisore :Ch.mo Prof. Sergio Mutto Accordi

Corsi

Sponsor

Newsletter

Desideri essere sempre aggiornato con le iniziative della scuola? Iscriviti alla nostra newsletter, e sarai sempre informato.
AVVERTENZA. DLGS 196/2003. Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Gli indirizzi e-mail presenti nel nostro archivio provengono o da richieste di iscrizioni pervenute al nostro recapito o da elenchi e servizi di pubblico dominio pubblicati in internet, da dove sono stati prelevati.