Ci aveva già pensato Saddam Hussein nel 1990. La sua azione dittatoriale si era estesa a tutto il territorio dell’Iraq portando a prosciugare l’intera area compresa tra i Fiumi Tigri ed Eufrate: le antiche paludi della Mesopotamia erano state prosciugate.
In questo modo aveva messo in difficoltà il popolo che viveva nell’area umida e soprattutto aveva cercato di rallentare le truppe americane ed inglesi che risalivano dal Kuwait. Costruì un grande canale per raccogliere le acque e drenare così l’intera area. Costruì inoltre una lunga strada asfaltata nel bel mezzo della palude per movimentare il suo esercito da nord verso sud. Il risultato di questo fu l’esodo di massa di una intera popolazione che basava la sua quotidianità sulla pesca e sull’allevamento dei bufali d’acqua. Una vita molto semplice, vissuta in case costruite con cannucce di palude su quelle poche zone di palude leggermente sopraelevate rispetto al livello dell’acqua. Il pane veniva cotto in forni di terra compattata, alimentati con sterco secco. La cannuccia di palude manteneva gran parte dell’economia locale: alimento per i bufali, foraggio fresco venduto al mercato o lungo le strade alle famiglie che abitano al di fuori dell’area umida, lunga fibra secca per intrecciare le stuoie.
Foto 1,2,3 Jassim Al Asadi - Nature Iraq ONG, scattate il 2 Agosto 2015
Foto 3,4 Davide Tocchetto – tel. 3381501854, scattate il 3 Settembre 2013
Articoli di riferimento:
Iraq's famed marshes are disappearing — Again - by Peter Schwartzstein, National Geographic, versione on line, 09 Luglio 2015.
Garden of Eden dries as Isis, Turkey and Iraq fight over water - by Fred Pearce, Daily News, versione on line, 21 Luglio 2015.
A cura di Davide Tocchetto, dottore Agronomo e docente presso Istituto. Agrario D. Sartor di Castelfranco Veneto (TV).