Scheda tratta “Linee guida” del Progetto Green Design: la sostenibile leggerezza del verde. Un progetto di ricerca per il low cost e la sostenibilità nella progettazione, realizzazione e gestione del verde.
Si tratta dell’esperienza dei community gardens di un quartiere, il Lower East Side (‘Loisaida’ appunto), di New York City. Così come li intendiamo oggi i community gardens nascono agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso nelle grandi città degli Stati Uniti sull’onda del movimento ambientalista e dell’attivismo politico che caratterizzava quegli anni. Al contrario degli ‘orti urbani’ sviluppatisi alla fine dell’Ottocento, sostenuti anche dalla politica ufficiale, che tendevano a incrementare l’autosufficienza alimentare delle classi povere, i community gardens degli anni ’70 hanno sviluppato una maggiore attenzione alle dinamiche sociali, al fattore estetico e al benessere psicologico.
Nel caso del Lower East Side i community gardens sono nati come conseguenza di una grave crisi che portò al crollo del mercato immobiliare e significò l’abbandono e la demolizione di migliaia di edifici: nella parte povera e popolare di Manhattan crebbero così le aree dismesse piene di macerie e immondizie, luoghi di abbandono ma anche spazi di sperimentazione a costo zero per chi era interessato a inventarsi un giardino.
Non solo a New York, ma in tutti gli USA, quella dei community gardens è stata un’esperienza importante per i ceti popolari urbani e per le comunità immigrate, che ne hanno fatto un luogo di aggregazione e in qualche modo di rivalsa contro l’emarginazione. Nelle grandi città americane ne sono sorti a centinaia, con il finanziamento delle autorità pubbliche locali e il sostegno di associazioni e fondazioni filantropiche che hanno fornito consulenze e materiali, ma al contempo si sono impegnate in azioni di difesa quando, per i rivolgimenti del mercato immobiliare, le aree occupate dai giardini sono tornate ad essere appetibili per i costruttori.
L’esperienza con il passare degli anni si è sviluppata in tutte le zone urbanizzate del mondo occidentale soprattutto perché alla base c’è un’idea di socializzazione molto semplice ed efficace.
Decisamente i community gardens sono riusciti a sviluppare in maniera molto concreta l’idea diprogettazione partecipata tante volte auspicata come metodo di lavoro nella realizzazione di spazi verdi a disposizione dei cittadini. Sicuramente i costi d’impianto e di mantenimento sono molto bassi: i lavori sono portati avanti da volontari e l’acquisto per piante e semi è bassissimo se non addirittura nullo (esistono siti che informano dove trovare i materiali in regalo).
Altre schede del progetto Green Design: