Articolo del 20/07/2015 12:12:09 di . . .

Silene vulgaris (moench) garcke

Cresce spontanea nelle zone temperate dell’Europa e del Nordamerica; in Italia è diffusa in tutte le

Categoria: Principale

Nome Comune: strigoli, bubbolini, silene rigonfia, erba del cucco e molti altri nomi regionali.

Famiglia: Caryophyllaceae

Etimologia: il nome del genere si lega a quello di Sileno, figura mitologica, compagno di Dioniso e famoso per il suo ventre gonfio, che richiama la forma del calice, oppure dal greco sialon (saliva) a causa della sostanza vischiosa presente in alcune specie; il nome della specie deriva dal latino vulgus (comune).

Habitat: prati e incolti, dalla pianura fino a 1500 m s.l.m., ma spesso è presente anche nei campi coltivati o ai margini delle strade.

Esposizione: sole.

Diffusione: Cresce spontanea nelle zone temperate dell’Europa e del Nordamerica; in Italia è diffusa in tutte le regioni.

Descrizione

Pianta erbacea perenne, rustica, alta 20 -70 cm, con fusti cespitosi, legnosi e ingrossati alla base, con foglie verde glauco, leggermente carnose, opposte, lineari, prive di picciolo (sessili); ogni coppia di foglie rispetto alla sottostante è disposta simmetricamente ad angolo retto.

Produce fiori dioici o ermafroditi, penduli, su peduncoli flessuosi, con 5 petali di colore bianco (raramente roseo), suddivisi in due lacinie. L’infiorescenza è composta da 3 – 9 fiori.

Il calice è ovoide (due volte più lungo che largo) con nervature di colore violaceo molto evidenti.

Il frutto è una capsula globosa deiscente.

La specie ha caratteri molto variabili e ne esistono parecchie sottospecie (almeno 6 solo in Italia).

S. vugaris cresce bene in qualunque terreno ma soffre gli eccessi di umidità. Si moltiplica per seme, in autunno o primavera, o per divisione.

Le foglie stridono al contatto con i polpastrelli, dando un forte schiocco, da cui uno dei nomi regionali ‘s’ciopetine’.

Periodo di fioritura: tra marzo e agosto.

Parti utilizzate: foglie giovani e germogli apicali

Periodo di raccolta: da fine marzo a maggio, prima della formazione degli scapi florali.

Proprietà e curiosità

S. vulgaris è da sempre è tra le erbe spontanee più ricercate e consumate nella cucina popolare: i suoi giovani getti hanno un sapore delicato, simile a quello delle fave. È ottima consumati fresca in insalate o misticanze con altre erbe; una volta cotta diventa un ingrediente base per la preparazione di risotti, minestre, frittate, gnocchi, ravioli ripieni, torte salate, condimenti per la pasta. Può essere gustata fritta oppure ripassata in padella: in alcune regione si cucinano anche i calici, infarinati e fritti. In Romagna viene consumata nelle piadine. Le foglie possono anche essere usate per colorare la pasta di verde.

A Galeata, in provincia di Forlì – Cesena, ogni anno si svolge la sagra degli strigoli, a testimonianza di quanto S. vulgaris sia apprezzata.

Gli usi in farmacia sono pressoché nulli, anche se S. vulgaris una volta cotta ha un blando effetto depurativo e rimineralizzante.

NB: Le applicazioni erboristiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

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