04 Settembre 2015

Infestazione da Arocatus melanocephalus

Molto simile per dimensioni, colore e biologia, si differenzia da A. melanocephalusperché ha come pianta ospite il platano

COME VIVE
L'adulto trascorre la stagione invernale protetto negli anfratti dei muri o nelle scabrosità delle cortecce di diverse specie arboree. Con i primi tepori primaverili, indicativamente nel mese di marzo, riprende la sua attività trofica e riproduttiva che pare essere legata, in maniera quasi esclusiva, all'olmo. L'accoppiamento avviene in concomitanza con la nutrizione; le femmine depongono le uova all'interno o in prossimità degli organi fiorali dell'olmo stesso. Da queste si sviluppano gli stadi giovanili (neanidi). In corrispondenza della seconda parte del mese di maggio compaiono le ninfe, ovvero stadi giovanili in cui cominciano a differenziarsi gli abbozzi alari. Gli adulti della nuova generazione compaiono alla fine del mese di maggio, colonizzano massicciamente gli alberi e cominciano a dirigersi verso i fabbricati, volando verso edifici rurali e civili o comunque manufatti in genere, al fine di cercare rifugi freschi che gli consentano di superare la stagione calda e di prepararsi per l'inverno. All'interno di questi rimarranno fino alla primavera successiva, quando cominceranno nuovamente a dirigersi verso l'esterno alla ricerca di esemplari di olmo sui quali completare il loro ciclo biologico.
Compie una generazione all'anno. Lo svernamento avviene allo stadio di adulto, che trova rifugio in ricoveri vari, come ad esempio sotto le corteccie sollevate degli olmi e di altre latifoglie, nelle fessure dei tronchi, entro gli strobili dei pini, sotto le foglie nella lettiera. Gli adulti di Arocatus melanocephalus cominciano a muoversi dai siti di svernamento durante la prima metà di marzo, periodo in cui si vedono sugli olmi fruttificanti, dove sono stati trovati nutrirsi delle samare. Tant'è che non raggiungono mai stabilmente le piante che sono prive di frutti. Gli accoppiamenti, avvengono durante il periodo della nutrizione, cioè l'anno dopo in cui gli adulti si sono differenziati. Le femmine si riproducono sistemando le uova nei tessuti degli organi riproduttivi degli olmi (calice), singolarmente o a piccoli gruppi, per un periodo relativamente lungo. Lo sviluppo preimmaginale è rapido, per cui le ninfe cominciano a comparire nella seconda metà di maggio. I nuovi adulti sono stati osservati alla fine di maggio. I primi di giugno sono stati notati i primi voli collegati all'attività di ricerca dei rifugi, dove trascorrere il resto dell'anno e l'inizio di quello successivo. Due comportamenti particolari del ligeide in questione sono stati rilevati. Il primo è relativo alle forme giovanili che si nutrono anche delle samare staccate dall'albero, tanto che si trovano una moltitudine di neanedi e ninfe ai piedi degli olmi dai quali sono caduti i frutti. Mentre l'altro è relativo agli adulti riproducentisi (quelli dell'anno precedente) che cercano di riguadagnare i rifugi d'ibernamento e volano verso le case. Un fatto del tutto particolare che si è manifestato in modo evidente nella seconda metà di maggio. Che si tratti di vecchi adulti è emerso dal fatto che catturati e posti in laboratorio, sono morti in pochissimo tempo cosa che non succede agli adulti dell'anno. Il rincote manifesta una forma stasi durante il periodo estivo; infatti numerosi soggetti inattivi sono stati riscontrati riuniti in moltitudine entro o vicino a strutture antropiche; entro di queste, i luoghi preferiti erano i letti e la biancheria che è stata trovata colonizzata dall'insetto quando ancora era sui fili ad asciugare. In ogni modo qualsiasi struttura che offre un riparo viene abitata dagli adulti di Arocatus melanocephalus
Dal punto di vista della biologia dell'insetto gli adulti egli stadi pre-immaginali determinano punture trofiche a carico delle samare, con la conseguenza di un danno trascurabile.
La specie dopo questa fase gregaria si disperde durante il periodo estivo ed è responsabile di diverse infestazioni delle abitazioni, in ambiti urbani nell'nord Italia.
Un recente lavoro pubblicato su "Il naturalista Valtellinese" da Moreno Dutto e Attilio Capezza mette in relazione questo comportamento legandolo al forte aumento della temperatura che induce negli insetti il meccanismo dell'estivazione cercando riparo in siti con temperature inferiori(le case sono ideali tenendo conto che presentano temperature molto inferiori). In questo caso determinano un pronunciato fenomeno di entomofobia da parte dei cittadini residenti, giustificato dal caratteristico odore della specie, anche se non si rilevano per altro problemi legati alla salute.

Conclusioni

Valutato il ciclo biologico si possono attuare due distinti metodi di difesa: passiva e attiva

Passiva
Visto il comportamento di estivazione e ricerca di temperature miti in questa fase estiva "dispersa" solo con buone zanzariere si può contenere l'invasione, magari visto che tendono ad ammassarsi nella ricerca di fresco trattare dall'interno verso l'esterno con comuni spray insetticidi in bomboletta visto che è sensibile a tutti i prodotti.

Attiva
L'unico momento in cui è possibile colpire l'insetto è nelle fasi post embrionali in cui compie nutrizione trofica sulle samare aprile-giugno.
Ma le recenti disposizioni legate al decreto 150 e il recentente PAN di fatto non è possibile trattare in piena chioma rimane solo l'endoterapia con abamectine o nicotinoidi trattando a fine settembre

A cura di Luigi Strazzabosco


 

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