Articolo del 30/09/2015 19:07:53 di Cantù Ambrogio

Lavori autunnali al roseto di Monza

Rientrati dalle vacanze estive ...

Categoria: Giardinaggio

Rientrati dalle vacanze estive è necessario riprendere da subito le redini del roseto, ci siamo infatti fermati con i lavori per godere del meritato riposo, anche se qualche visita sporadica ha permesso di contenere le malerbe più tenaci e verificare l’insorgere di eventuali danni.

Le piante, arse dalle alte temperature, hanno anch’esse lavorato poco ma non si sono potute riparare dal riverbero e dalla calura, il termometro segnava al 10 agosto temperature massime di 38°.

I segni sono evidenti, con diffusi disseccamenti apicali di foglie e fiori, abbondante presenza di foglie a terra, scarsa vegetazione, e risulta modesto l’avanzamento di patologie. Tutto ciò è dovuto proprio alle alte temperature ed alla scarsa presenza d’acqua, fattori che causano una sorta di ‘letargo’ per tutto il roseto ad eccezione delle infestanti macroterme più tenaci.

Chiaramente ogni anno può essere differente, capitano, infatti, estati molto piovose che ci restituiscono a settembre un roseto rigoglioso di vegetazione, infestanti e patologie fungine.

Le prose del roseto sono state lasciate a fine luglio sarchiate manualmente e in seguito coperte da un velo di Oxadiazon, diserbante granulare anti germinate, che richiede una bagnatura leggera entro 10 giorni dalla distribuzione per facilitarne la distribuzione omogenea (se non piove, si bagna leggermente a mano con doccia). Grazie a quest’intervento, negli ultimi anni , al rientro dalle ferie non troviamo quasi mai grandi presenze di infestanti.

Normalmente con la fine di agosto e i primi di settembre il roseto riprende a muoversi con ritmi a volte quasi primaverili, per questo motivo è necessario seguirne attentamente il risveglio. Vengono dapprima raccolte ed eliminate le foglie a terra, con soffiatore e manualmente, si elimina poi lo sfiorito di qualche particolare varietà che ne giustifica l’intervento, operazione cui segue necessariamente un trattamento contro patogeni fungini, che ricominciano frenetici il loro ciclo infettivo grazie all’abbassarsi delle temperature e alle prime piogge infettanti.

In questo periodo le patologie più temute sono la Ticchiolatura (Diplocarpon rosae), le Ruggini (Phragmidium mucronatum), le Muffe grigie (Botrytis cinerea) e le Muffe bianche, oidio (Sphaeroteca pannosa) ma gli occhi sono sempre ben aperti perché in un ambiente con coltivazione intensiva monospecifica inattese patologie appaiono e si propagano in tempi brevissimi.

ticchiolatura
Ticchiolatura (Diplocarpon rosae)

ruggine
Ruggine (Phragmidium mucronatum)


Muffa grigia (Botrytis cinerea)

oidio
Muffe bianche, oidio (Sphaeroteca pannosa)

Normalmente nel periodo autunnale non affrontiamo problemi legati ad insetti dannosi e lasciamo che qualche famiglia di afidi (Macrosiphum rosae) ricomparsa con le temperature più miti, si goda gli ultimi tepori, ben sapendo che con i primi freddi abbandoneranno il roseto: questo significa che a fine estate / inizio autunno abbiamo una soglia alta di tolleranza per insetti come gli afidi, ne accettiamo, cioè, la presenza con i modesti danni e non applichiamo tecniche di contenimento, perché sappiamo che normalmente non avranno il tempo per creare danni significativi.

afidi
Afidi al sole

Una volta ripulite le prose e le piante, e dopo aver goduto della nuova fioritura entriamo gradualmente con l’autunno nel periodo di riposo vegetativo, ora saranno le piante a riposarsi mentre noi suderemo con i lavori di trapianto.

Prima del completo riposo vegetativo, indicativamente ai primi di novembre, a filloptosi quasi conclusa, sarà effettuato il trattamento autunnale con prodotti di copertura (ossicloruri di rame) eseguito al fine di contenere la presenza di spore svernanti disposte sulla pianta, nelle gemme, nelle ferite, sulle foglie a terra.

Tale trattamento è considerato preventivo ed è eseguito a calendario, con data fissa tutti gli anni, sempre perché in un ambiente a coltivazione intensiva è pressoché d’obbligo mantenere le piante il più ‘pulite’ possibile per ridurre i rischi di inoculo.

Lo stesso trattamento sarà ripetuto a primavera al rigonfiarsi delle gemme, dopo le potature, il motivo è il medesimo con in più la necessità di disinfettare le numerose e fresche ferite generate dai tagli di contenimento.

Questi due trattamenti gemelli previsti all’inizio ed alla fine del riposo vegetativo, come già accennato, sono d’obbligo su grosse estensioni monospecifiche come potrebbero essere anche frutteti e vivai, in piccole aiuole o giardini, se non vi sono grosse presenze fungine, perdono quindi di significato e non sono considerati giustificati.

Detto ciò, ritengo che ormai abbiamo parlato a sufficienza e forse è il caso di andare in giardino e cominciare a lavorare….

Dimenticavo di precisare che i ruoli per la cura del roseto di Monza sono così suddivisi:

Ambrogio  Cantù – Responsabile della gestione tecnico-agronomica e fitopatologia;

Tina Ponzellini- Responsabile potature;

Vittorio Lorusso– Capogiardiniere del roseto;

Scuola Agraria del Parco di Monza – collaborazioni saltuarie per potature;

Scuola Paolo Borsa di Monza– collaborazioni saltuarie per diserbi e realizzazioni buche.

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