Estratto dal libro ‘Il valore economico degli alberi’ , edito da Wolters Kluwer Italia, su gentile concessione dell’editore
Gli alberi sono esseri viventi la cui attività fisiologica permette la vita sulla terra di tutti gli organismi aerobi. Quindi se possiamo alzarci alla mattina, andare al cinema, leggere un libro o portare la morosa al ristorante lo dobbiamo a loro. Detto ciò l’argomento potrebbe anche esaurirsi qui, ma per tutti coloro che invece non si accontentano argomenterò sull’influenza che gli alberi rivestono sul clima, sulla qualità dell’aria e quant’altro nelle righe che seguono.
Le piante contribuiscono a incrementare la produzione di ossigeno e ad abbassare il tenore di anidride carbonica. Da studi approfonditi risulterebbe che un albero adulto sia in grado di produrre, ogni giorno, la quantità di ossigeno necessaria alla vita di 3 persone. Mica male!
Protezione dall’inquinamento
L’apparato fogliare degli alberi è certamente un nostro alleato nella riduzione dell’inquinamento atmosferico in quanto è in grado di assorbire dall’atmosfera monossido di carbonio, cloro, fluoro, ossidi di azoto, ozono, anidride solforosa e ammoniaca. In altre parole gas di scarico, fumi, polveri, oli e residui della combustione degli impianti di riscaldamento.
Quindi possiamo certamente affermare che gli alberi operano una parziale depurazione dell’aria consentendoci di vivere un po’ meglio.
Ma queste sostanze assorbite dalle foglie dove vanno a finire? In parte vengono metabolizzate e ciò che rimane viene inattivato ed accumulato all’interno dei tessuti fogliari, oppure traslocato nel tronco.
Ovviamente questa capacità di accumulo non è infinita. Anche le piante hanno dei limiti, ci mancherebbe. Ciò perché gli agenti inquinanti possono causare danni seri ai tessuti vegetali (ad esempio occlusione degli stomi) e possono irrimediabilmente alterare il metabolismo della pianta stessa. Esistono pertanto specie vegetali che sopportano meglio l’inquinamento atmosferico rispetto ad altre.
Fra gli arbusti: Berberis spp, Elaeagnus spp, Forsythia spp, Ligustrum spp, Nerium oleander, Mahonia aquifolium, Pittosporum tobira eViburnum tinus.
Fra gli alberi: Alnus spp, Carpinus spp, Fraxinus spp, Gingko biloba, Quercus spp e Salix spp.
Gruppi di alberi o di specie ad alto fusto possono costituire delle vere e proprie barriere in grado di limitare la velocità delle correnti d’aria tra il 30 ed il 50 %.
In città, grandi filari di Pioppi cipressini (solo per fare un esempio) possono proteggere le abitazioni dalle ingiurie del clima e, allo stesso tempo, ridurre la spesa per l’energia necessaria al riscaldamento domestico.
Anche in campagna le barriere vegetali possono essere altrettanto utili. Proteggono le colture erbacee dall’allettamento (distesa a terra causata dall’azione meccanica del vento), riducono la rottura dei rami delle piante fruttifere, agevolano la delicata attività degli insetti pronubi e limitano la perdita di calore del terreno.
La vegetazione per compiere il processo fotosintetico cattura parte della radiazione solare che, altrimenti, andrebbe a riscaldare asfalto, cemento e mattoni rendendo ancora più bollenti le torride estati cittadine.
Di notte, inoltre, la vegetazione assorbe le radiazioni infrarosse emesse dalla superfici artificiali irraggiate durante il giorno mitigando la temperatura dell’aria delle romantiche serate estive.
Sempre più di frequente ai nostri amici alberi viene chiesto di mitigare l’inquinamento acustico causato principalmente dal traffico automobilistico cittadino e dalle autostrade. Cinture di alberi ad alto fusto e ad elevata densità di impianto possono attenuare il rumore anche fino a 10 dB. Inoltre, nascondendo la fonte stessa del rumore, psicologicamente aiutano a sopportarne meglio gli effetti negativi.
Rispetto ai comuni pannelli fonoassorebenti il contributo estetico non è nemmeno comparabile.
Questa funzione è da attribuire prevalentemente alla vegetazione arbustiva.
In ogni caso specie vegetali con fogliame persistente, resistenti ai gas di scarico e alla siccità, possono certamente aiutarci a combattere il pericolo di abbagliamento da parte dei fari delle auto provenienti in direzione opposta. Soprattutto nelle giornate di pioggia quando le gocce d’acqua invadono le scie luminose creando situazioni ingannevoli e, per di più, pericolose.
In pianura, ma soprattutto in montagna, l’apparato radicale delle essenze vegetali migliora la capacità di ritenzione idrica del terreno e limita l’erosione dei suoli causata dagli agenti atmosferici.
Erosione superficiale dei suoli, smottamenti dei cigli stradali, dissesti del letto e delle sponde dei corsi d’acqua, possono essere in parte ridotti grazie all’aiuto offerto dalle radici degli alberi.
Nel microcosmo chiamato albero compiono il loro ciclo biologico innumerevoli forme di vita, siano essi funghi, batteri piuttosto che organismi animali invertebrati o vertebrati.
Vediamo qualche semplice esempio. Le branche degli alberi accolgono come amorevoli braccia piccoli e grandi uccelli dando a loro la possibilità di nidificare e di procurarsi il cibo. Anche lo scoiattolo costruisce il nido sugli alberi. Il ghiro e il moscardino nelle cavità del tronco vi trascorrono addirittura l’inverno. Il rospo non rinuncia a proteggersi nelle cavità basali degli alberi. Tantissimi insetti, funghi e altre forme di vita sparirebbero dall’ecosistema se l’albero venisse a mancare.
Fornendo ospitalità, riparo e nutrizione a tutti loro l’albero favorisce quindi la conservazione della biodiversità.