Articolo del 20/07/2015 12:12:59 di . . .

Capsella bursa-pastoris (L.) Medik

Originaria dell’Europa orientale e dell’Asia minore, ora è naturalizzata ovunque.

Categoria: Principale

Nome Comune: borsa del pastore, borsacchina, erba borsa, cassella

Famiglia: Brassicaceae

Etimologia: il nome del genere deriva dal latino capsella (cofanetto), quello della specie fa invece riferimento alla forma triangolare dei frutti che assomigliano alla bisaccia usata un tempo dai pastori.

Habitat : è una specie molto comune, diffusa dal piano alla zona alpina fino a 2600 m di quota, in luoghi incolti e coltivati, margini delle strade, boscaglie. Predilige gli ambienti creati dall’uomo

Esposizione: sole o ombra parziale.

Diffusione: originaria dell’Europa orientale e dell’Asia minore, ora è naturalizzata ovunque (si è diffusa con le coltivazioni del frumento) ed è considerata un’erba infestante. È presente su tutto il territorio italiano.

Descrizione

Capsella bursa-pastoris è una pianta erbacea biennale di piccole dimensioni (da circa 10 cm a 50 cm di altezza quando fiorita), ha una radice ha fittone, legnosa, fusti eretti glabri o poco pelosi.

Le foglie hanno aspetto variabile: quelle basali sono riunite in rosetta a contorno spatolato, brevemente picciolate, di forma lanceolata-lobata, dentate o intere; quelle caulinari sono sessili, di forma sagittata e sono amplessi cauli e indivise.

I fiori sono portati su racemi allungati, lassi e nudi, sono riuniti in grappoli: il calice è composto da quattro sepali verdastri, la corolla da quattro petali bianchi di 2/3 mm

I frutti sono siliquette cuoriformi, appiattite, di circa 4/6 mm, che contengono numerosi piccoli semi sferici di colore marrone, che hanno immediato e lungo potere germinativo.

Periodo di fioritura: La specie fiorisce da marzo a dicembre ma nei luoghi caldi fiorisce tutto l’anno. I semi germogliano appena cadono: in una stagione si possono avere molte generazioni.

Parti della pianta utilizzate: l’intera pianta e le foglie

Periodo di raccolta: dalla tarda primavera all’autunno si recidono le piante intere (prima della fioritura), che possono essere utilizzate fresche oppure fatte essiccare a mazzetti per la preparazione di infusi e decotti.

Proprietà e curiosità

C. bursa-pastoris è più conosciuta presso il grande pubblico per le sue proprietà alimentari che per quelle erboristiche, seppure nel corso dei secoli sia stata molto utilizzata a motivo delle sue proprietà astringenti, diuretiche, antisettiche dell’apparato urinario e anticoagulante.

C. bursa-pastoris contiene acido malico, citrico, tartarico, fumarico, tannini, glucosidi (esperidina e diosmina) flavonoidi e tracce di alcaloidi (sparteina e lupinina), oltre a colina, acetilcolina, istamina, sali di potassio e amido.

In erboristeria viene tuttora usata in decotti, infusi e tè per frenare le emorragie e nella cura delle vene varicose, è consigliata per attenuare i disturbi legati alla sindrome premestruale e alla menopausa, ha un effetto ipotensivo. La sua azione antiscorbutica, stimolante e diuretica la rende utile per curare i disturbi renali e l’idropisia. Due sono le controindicazioni principali: se usata in gravidanza potrebbe avere effetti abortivi ed essendo usata come ipotensivo è controindicata per chi soffre di pressione bassa.

Nella medicina cinese viene usata come emostatico.

La Capsella è stata coltivata come alimento per migliaia di anni, lo testimonia il ritrovamento dei suoi semi nello stomaco dell’uomo di Tollund (500 A. C. circa) e in alcuni insediamenti del periodo neolitico (6000 A. C. ) in Turchia.

Oggi C. bursa-pastoris è tra le erbe spontanee più utilizzate in cucina, che ne fa un uso simile a quello degli spinaci: le sue rosette vengono lessate e ripassate in padella, oppure condite e mescolate insieme ad altre verdure nelle misticanze cotte, come ripieno delle torte salate, come base per le frittate, come ingrediente nelle salsine a base di erbe; possono essere usate anche nelle minestre, zuppe e risotti. Le giovani foglie possono essere consumate crude ma sempre in abbinamento ad altre insalatine primaverili (molto gustoso l’abbinamento con il radicchio selvatico) e, spesso, alle uova, non avendo un gusto particolarmente significativo (piuttosto sapido) da sole. Anche i giovani germogli fioriti possono essere mangiati, sebbene la loro preparazione sia piuttosto laboriosa e la loro resa scarsa. Dopo la fioritura il gusto delle foglie diventa sgradevole.

Si è notato che quando pollame ha la possibilità di nutrirsi liberamente in natura e si ciba di Capsella bursa pastoris (di cui è ghiotto), i tuorli diventano di colore più scuro e il loro sapore è più intenso.

Si propaga per seme in primavera e si auto dissemina facilmente.

Un tempo si credeva che la pianta avesse virtù utili a proteggere il gregge dai lupi (sempre per il collegamento della forma delle silique alla borsa del pastore).

NB: Le applicazioni erboristiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

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