Articolo del 02/10/2015 19:07:14 di Castellani Alessandro

Ortoterapia: l’opinione dello psichiatra

Categoria: Ortoterapia

La Terapia Orticolturale o ortoterapia, traduzione dell’originale anglosassone Horticultural Therapy, si basa sul presupposto, dimostrato scientificamente, che il contatto con la natura, anche la semplice visione di un paesaggio verde, abbia effetti benefici sull’individuo.

L’analisi delle risposte alle varie proposizioni riabilitative (Castellani A. 2008) ha permesso di cogliere come l’ortoterapia sia lo strumento riabilitativo che si presenta come più duttile e proponibile per la maggioranza delle situazioni che la costellazione delle disabilità presenta.

La testimonianza di tutto ciò sono gli investimenti sulla piacevolezza degli ambienti che si frequentano, sulla propria affermatività operativa, sugli apprezzamenti del contesto e, soprattutto, l’appagamento per i risultati, i derivati e i prodotti ottenuti.

Una progettualità orticolturale permette di poter fruire di attivazioni e stimolazioni multiple perché:

  1.  ci si colloca in ambientazioni che danno benessere per il rapporto ‘cosmico’ con il verde (Ammon G. e coll., 1996);
  2.  si viene stimolati dalla poliedricità  di questo tipo di  impegno a vari livelli di psicomotricità (Rolli M. 2008);
  3.  imparando a rispettare tempi adeguati e regole non rigide ma che richiedono, comunque, attenzioni e rispetto, si acquisiscono capacità e valorizzazioni relazionali ed autoriferite che permettono una migliore qualità di vita;
  4. si ottengono sempre risultati che, con varie differenziazioni, ripagano per gli sforzi profusi.

Le attività ortoterapeutiche presentano diversi elementi che le rendono specifiche e le tipizzano maggiormente sul piano educativo rispetto ad altre proposizioni che possono essere ritenute idonee nell’approccio alla disabilità.

Sono caratterizzate, infatti, da impegno sia cognitivo che di tipo manuale e manipolativo, si svolgono prevalentemente all’aria aperta, permettono di stabilire un rapporto di cura e responsabilità verso organismi viventi (che hanno un proprio ciclo di vita in quanto nascono, crescono, producono e muoiono) e si prestano al lavoro di gruppo (Ferroni, G., 1999).

La terapia orticolturale fa, infatti, leva sul potenziale educativo del conoscere tempi e stagioni, preparare la terra, seminare il seme, curare la pianta ed ottenere derivati (fiori, frutti etc…).

Conseguentemente, da un punto di vista psicopedagogico, questo tipo di attività ri – abilitativa permette:

- sollecitazioni sensoriali:  il lavoro viene svolto in ambienti che si configurano come naturali ed eclettici contenitori di stimolazioni continue che riguardano la sensorialità. Vista, olfatto, gusto e tatto vengono particolarmente attivati dal contatto diretto con la terra e con organismi comunque viventi, per i quali è fondamentale sviluppare osservazione, esploratività e manipolazioni;

- sviluppo del senso di utilità sociale e di autostima:  le piante reagiscono alle cure e/o alle negligenze e comunque ricompensano con la produzione di nuove foglie, di fiori e di frutti;

Il fatto di poter ottenere qualcosa di utile per la collettività, (la cura del verde, ortaggi e/o fiori) contribuisce a favorire lo sviluppo del senso di responsabilità sociale il quale, a sua volta, induce il rafforzamento della stima di Sé;

- attivazione di capacità affettive: a partire dalla stimolazione delle capacità percettive (il contatto con la terra, l’osservazione di forme e colori, la manipolazione del verde etc…trasmettono  sensazioni propriocettive di tipo rilassante) e dallo sviluppo del piacere del prendersi cura di una pianta, del vederla fiorire e dare frutti;

- educazione al saper attendere: l’attesa della crescita del verde, delle piante e dell’acquisizione dei derivati contribuisce notevolmente al permettere di sentirsi parte di un processo creativo del quale si impara a rispettarne tempi e modalità;

- apprendimento dello scorrere del tempo:il contatto continuo e diretto con organismi biologici contraddistinti da regole non modificabili secondo le proprie aspettative, consente di percepire il fluire del tempo e delle stagioni come dettato dai ritmi della natura;

- processi  decisionali e contenimento emotivo: nell’attuazione dell’operatività guidata od autonoma che si deve realizzare nell’attività orticolturale si susseguono occasioni in cui occorre prendere decisioni di vario tipo;

-interazione sociale:la partecipazione ad un’attività che presuppone molti momenti e molte fasi lavorative in comune con altri disabili e/o con gli operatori, dà il via ad un’esperienza basata sulla paziente operatività legata ad un obiettivo comune. (Alpi M. L. e coll.., 1985);

-recupero di aspetti remunerativi: la possibilità di poter fruire in spazi comuni (per esempio la mensa del Centro frequentato) oppure nel proprio contesto di appartenenza (per esempio portando a casa fiori, ortaggi e frutti), quanto il disabile è riuscito a ‘raccogliere’ soddisfa le valenze del riconoscimento delle proprie capacità;

-possibilità di inserimenti lavorativi: l’aver acquisito competenze legate alla produttività con impegno regolare e rispettoso di tempi obbligati e l’aver appreso competenze specifiche possono, infine, favorire una maggior integrazione della persona disabile nella comunità e permettere anche un inserimento nel mondo del lavoro (Franco S., Senni S., 2001).

Tutti questi particolari risvolti  di pretta impostazione educativa rendono la terapia orticulturale uno strumento ri-abilitativo particolarmente adeguato per la crescita individuale perché non solo caratterizzato da notevole efficacia, ma soprattutto perché corroborato da particolare significatività di tipo educativo sia personale che psicosociale.

L’ortoterapia sembra poter rispondere, in particolare, alle necessità che caratterizzano la relazione con l’ambiente circostante da parte di un adolescente disabile intellettivo perché:

  • risponde ai bisogni di esplorazione di contesti diversi da quelli caratterizzanti il periodo precedente. Il disabile adolescente può così soddisfare i suoi desideri di conoscere e di sperimentare spazi aperti e di muoversi rispettando stili di vita abbastanza liberi;
  • permette di rispettare regole, quali quelle che gli vengono imposte dalla natura, non troppo rigide;
  • soddisfa i bisogni di realizzare e realizzarsi in qualche produttività attraverso l’ottenimento dei derivati;
  • grazie alla mancanza di reattività del verde, viene permesso all’adolescente di scaricare ed incanalare la sua aggressività all’interno di una situazione cuscinetto, nei confronti della quale ha la possibilità di sperimentare ed esercitare un certo potere ed un adeguato controllo potendo apportare modifiche sia nei confronti della componente primaria che del derivato senza avere controreazioni.
  • porta all’acquisizione di competenze specifiche che il disabile potrà, a distanza di tempo, potrà eventualmente sfruttare in un ambito lavorativo adeguatamente strutturato.

L’orticoltura, rispetto ad altre terapie alternative, consente l’incremento delle opportunità di sperimentare un aumento della percezione soggettiva di soddisfazione e  migliorare, quindi, la qualità della vita della persona. Nello specifico si possono apprezzare  più significativi miglioramenti:

- nella sfera fisica, con il coordinamento oculo – manuale, il movimento bilaterale, il controllo e l’incremento della forza e della resistenza, mediante lavori quali la semina, il trapianto, il taglio dell’erba e della siepe, etc. vengono favoriti miglioramenti che permettono al disabile di avere maggiori opportunità per sviluppare la propria psicomotricità;

- nella sfera cognitiva: l’orientamento spazio-temporale, la memoria, la concentrazione e le capacità logiche, attraverso attività specifiche come il dover attribuire un nome alle piante, la strutturazione di aiuole e sentieri, la gestione dell’irrigazione, lo sviluppo delle tecniche necessarie per l’attuazione dei lavori, comportano maggiori esplorazioni;

- nella sfera affettiva: è possibile una migliore gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti perché “il verde”, per le sue caratteristiche, rappresenta un contesto che permette il rilassamento e la tranquillità. Inoltre, si può ottenere un aumento dell’autostima grazie al fatto che quando un lavoro è ultimato, è ben visibile e tangibile ed è spesso caratterizzato da sviluppi successivi.

Per quanto riguarda la sfera emotiva, l’incidenza dell’approccio orticolturale sulla qualità di vita è rappresentato principalmente da un miglior controllo dell’aggressività perché le possibili scariche di tensione, come anche eventuali atti incongrui, aggressivi e/o violenti attuati dal soggetto, non trovano reazione da parte del mondo vegetale. Tutto ciò comporta che questo tipo di intervento ri-abilitativo faccia sentire il disabile maggiormente accettato e gli permetta di riconoscere, gestire ed esprimere le proprie emozioni e successivamente modulare l’aggressività.

In quest’ottica l’orticoltura, non ponendo richieste stressanti, permettendo tempi soggettivamente accettabili e ricambiando comunque sempre gli sforzi effettuati, si colloca tra le proposizioni ri-abilitative sicuramente più rispettose per la qualità di vita del disabile.

Si configura, peraltro, anche come valida proposizione di uno stile di vita e, soprattutto, come significativo esito ri-abilitativo.

Bibliografia

Castellani A.  Atti del Convegno “Terapia orticolturale e riabilitazione” Pergine Valsugana (Trento) 23-24 Maggio 2008 in stampa

Ammon G., Hanbuch der Dynamische Psichiatrie, Bd. 2 Munchen: Ernst Reinhardt, Der mehrdimensionale Mensch, Munchen 1986

Rolli M. Atti del Convegno “Terapia orticolturale e riabilitazione” Pergine Valsugana (Trento) 23-24 Maggio 2008 in stampa

Ferroni G. Forme di Cultura e Salute Psichica.Universo simbolico,Ethos, Areté e Regole di Relazione nel Mondo del Forteto. Il Mulino, Bologna 1999 .

Alpi, M. L., Cuomo N. et al. Handicap in Agricoltura. Cappelli Editore, Bologna 1985

Franco S., Senni S. “Supportino the Therapeutic Function of Agricolture” in Erling Vardal ( edited by), Multifunctionality in Agriculture: Seminar Proceedings, Bergen, 16-18 Feb 2001

Corsi

Sponsor

Newsletter

Desideri essere sempre aggiornato con le iniziative della scuola? Iscriviti alla nostra newsletter, e sarai sempre informato.
AVVERTENZA. DLGS 196/2003. Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Gli indirizzi e-mail presenti nel nostro archivio provengono o da richieste di iscrizioni pervenute al nostro recapito o da elenchi e servizi di pubblico dominio pubblicati in internet, da dove sono stati prelevati.