Articolo del 08/10/2015 16:04:47 di Santeramo Paola

Sempre meno suolo, sempre più cemento

Categoria: Agricoltura

Settantacinque ettari al giorno. E’ il consumo di suolo che potremmo avere nei prossimi venti anni in Italia, nonostante la lotta alla cementificazione sia una delle questioni maggiormente dibattute a livello internazionale, non solo europeo e italiano. Il dato è stato elaborato dall’Università dell’Aquila in un dossier realizzato in collaborazione con Fai e Wwf, ma è solo l’ultimo di una serie di studi che dimostra come il problema sia rilevante. La competizione tra uso agricolo e urbanizzazione è strettamente collegata alla sicurezza alimentare in numerosi paesi e alle prospettive future di soddisfacimento della necessità di cibo per l’umanità. Questo problema è evidenziato da tempo dalla Fao, preoccupata dallo scenario globale.

In Italia e in Lombardia questa situazione continua a non essere presa in considerazione dai decisori politici, mentre tra gli addetti ai lavori è un tema trattato quotidianamente. Anche nell’opinione pubblica è diventato normale parlare dei problemi dell’urbanizzazione sconsiderata con i termini consumo di suolo.

Un’eccezione inizia a esserci nella proposta di Piano di Governo di Milano (PGT) che è all’esame del consiglio comunale. Il Parco Agricolo Sud Milano, il più grande parco di cintura metropolitana a vocazione primaria, non solo è stato preservato, ma non permetterà di generare diritti volumetrici da collocare in altri ambiti della città. Si tratta di una modifica radicale rispetto al precedente documento mai inviato dal Comune alla Regione per le troppe incongruenze. E’ un compromesso per evitare commissariamenti da parte della giunta regionale, in caso di mancata approvazione dello strumento di programmazione territoriale entro la fine del 2012. Per entrare nell’epoca del consumo di suolo zero sarà necessaria un nuovo PGT, intanto l’inizio del confronto per il sostegno all’agricoltura periurbana potrà essere un volano per entrare finalmente in questo scenario. Purtroppo Milano è il capoluogo della regione simbolo del consumo di suolo, quello che è accaduto dal 1995 ad oggi, e sta tutt’ora accadendo, è allarmante. In questo momento sono in costruzione quattro autostrade, di cui tre in zone ad alta vocazione agricola.
La più importante, la Pedemontanasessantasette chilometri da Cassano Magnago (Va) a Osio Sotto (Bg), cui aggiungere venti chilometri di tangenziali di Como e Varese, e settanta chilometri di strade accessorie, porterà all’esproprio di ventiquattro milioni e mezzo di metri quadrati. Quest’opera danneggerà ulteriormente l’agricoltura sopravvissuta all’urbanizzazione senza regole di tutta la fascia che va nel grande triangolo Milano – Varese – Bergamo.
Proprio tre nuove autostrade in costruzione, tangenziale Est Esterna di MilanoBrebemi (direttissima Milano-Brescia) e Cremona – Mantova rischiano di essere lo strumento per cementificare una vasta area agricola con terreno delle migliori classi di fertilità. Gli espropri per la Tangenziale Est Esterna di Milano danneggeranno duecento aziende agricole che perderanno otto milioni e mezzo di metri quadrati. Per la Brebemi le imprese coinvolte sono quattrocentodieci e la superficie sottratta sarà di diciotto milioni e mezzo. Inoltre è aperta la conferenza di servizio per un’altra autostrada la Ipb, Interconnessione Pedemontana – Brebemi, una grande ipsilon con inizio a Osio Sotto e Bergamo che dovrebbe arrivare fino a Treviglio, dove si congiungerà alla Direttissima Milano-Brescia, ed è già ipotizzato che in futuro arrivi a Cremona. Qui è in costruzione la Cremona – Mantova che farà parte del sistema di autostrade alternative alla Torino – Venezia che si svilupperanno da Nogara (Rovigo), e arriveranno a Cuneo e a Vercelli, se si concluderà l’iter della Broni – Pavia – Mortara, un’altra autostrada fortemente voluta della Regione Lombardia e che comprometterà l’agricoltura e il paesaggio dell’Oltrepo e della Lomellina delle risaie. A Mortara è previsto un interporto merci al servizio delle navi in arrivo a Savona, mentre la logistica di grandi marchi come Ikea o Amazon è già posizionata sulla Torino – Piacenza.
In Italia dal 1995 al 2009, secondo i dati di Legambiente e del Cresme, sono stati realizzati quattro milioni di locali, la Lombardia è stata al primo posto, qui l’occupazione di suolo è arrivata al quattordici e uno per cento, che equivale a tremila quattrocento chilometri quadrati. Nell’adiacente Veneto il consumo di territorio è arrivato all’undici e tre per cento. In Campania è ormai al dieci e tre per cento, e la nuova legge urbanistica in discussione toglierà ulteriori vincoli. Il negativo modello lombardo degli ultimi vent’anni sta facendo scuola. Proprio in queste settimane è entrata in vigore la nuova norma sui parchi, ormai privati della gran parte dei poteri di gestione del territorio, che ne avevano decretato trent’anni fa un sistema da imitare.

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