Articolo del 10/10/2015 23:11:44 di . . .

Le “fasce tampone”: valenza paesaggistica e funzione ambientale

Categoria: Agricoltura

Il passaggio da un tipo di agricoltura tradizionale – caratterizzata da un mosaico di colture diversificate e articolate su piccoli appezzamenti separati da siepi e filari – alla coltivazione intensiva ha determinato un deterioramento del paesaggio agrario, con la perdita di stabilità da parte dell’agrosistema e
una diminuzione in termini di biodiversità e fertilità dei terreni.

Già elemento caratteristico dell’agricoltura tradizionale, attualmente in fase di recupero a seguito di un sempre maggiore riconoscimento delle molteplici funzioni da esse svolte, le “fasce tampone” sono aree o strisce di terreno sottratte alla coltivazione e mantenute sotto una copertura vegetale permanente; possono presentare specie erbacee, arbustive e arboree, abbinate tra loro al fine di ottenere siepi composite che garantiscono alle coltivazioni e agli ecosistemi circostanti lo svolgimento di alcuni compiti essenziali.

Le fasce tampone influenzano l’aspetto del paesaggio, riducono gli effetti dell’erosione idrica ed eolica, e col tempo possono trasformarsi in veri e propri habitat seminaturali per molte specie di animali selvatici, creando inoltre una rete di corridoi ecologici che si snodano attraverso i campi e facilitano i movimenti sul territorio della fauna e della flora, con conseguente supporto e incremento della biodiversità.

In particolare, con la loro parte aerea esse costituiscono rifugio per specie utili all’agricoltura come uccelli insettivori o insetti predatori, ma anche una “barriera” che ostacola la diffusione di attacchi fungini da un campo agricolo all’altro. Hanno un evidente effetto frangivento, che può mitigare per esempio i danni alle colture erbacee riducendo l’allettamento (ripiegamento a terra causato dal vento), e garantiscono un ombreggiamento dell’alveoche tiene sotto controllo lo sviluppo di alghe e piante acquatiche, con una minore eutrofizzazione e conseguente riduzione degli interventi di manutenzione dell’alveo stesso.
Se ben progettate, le fasce tampone riescono quindi a ripagare ampiamente la perdita di produzione dei terreni necessari per realizzarle, fornendo inoltre legna da ardere, legname da opera, frutti eduli o prodotti apistici, contribuendo in questo modo anche a una maggiore diversificazione della produzione all’interno dell’azienda agricola.

Con la stuttura radicale svolgono una precisa azione di consolidamento delle sponde offrendo maggiore resistenza all’azione erosiva delle acque, mentre le radici più superficiali rallentano il flusso superficiale dell’acqua riducendo anche meccanicamente l’asportazione di terreno superficiale.
Questa azione di filtro e di rallentamento permette inoltre di trattenere gli inquinanti agricoli, siano questi nitrati, fosforo, pesticidi o antibiotici veicolati nell’ambiente in seguito alle escrezioni del bestiame al pascolo, o alla distribuzione del letame sugli appezzamenti.
I deflussi superficiali contenenti inquinanti vengono intercettati e immobilizzati nel terreno e tra le radici delle fasce, e qui eventualmente ceduti o trasformati gradualmente dai microrganismi presenti nel terreno stesso, diventando in alcuni casi anche nutrienti delle specie arboree e/o arbustive della fascia; le acque vengono così preservate dalla contaminazione, mantenendo le caratteristiche idonee per un habitat acquatico.

Le ricerche (con particolare riferimento a quelle recentemente svolte dallaSocietà americana di Scienza del Suolo) finalizzate a verificare se le fasce tampone siano effettivamente in grado di abbattere il contenuto di antibiotici e altre sostanze nocive che raggiungono le acque di scorrimento superficiale, ha comprovato che tali fasce intercettano le acque di scolo superficiali, mentre la presenza in esse di una vegetazione perenne può condurre a variazioni nelle proprietà del suolo che aiutino a catturare e trattenere gli elementi nocivi. Inoltre, con una maggiore biodiversità vegetale, ci si può aspettare che le comunità microbiche presenti in tali fasce siano più attive e diverse, il che dovrebbe condurre ad una maggiore degradazione degli antibiotici e altre sostanze così “intrappolate”.

E’ necessario ovviamente provvedere alla loro manutenzione per garantire una filtrazione efficace e limitare la crescita eccessiva delle piante, che potrebbe danneggiare la produzione agricola dei terreni adiacenti. In alcuni paesi europei le fasce tampone sono obbligatorie ai margini dei terreni coltivati confinanti con corpi idrici: in generale, tali fasce sono molto presenti in Europa, specialmente in Irlanda e Regno Unito dove si trova la più fitta rete di siepi dell’Ue, mentre nelle estese pianure europee sono utilizzate con specifica funzione di frangivento; la Francia predilige invece tutelare i propri corsi d’acqua con sponde inerbite.
In Italia la realizzazione e il ripristino delle fasce tampone ha ricevuto in questi anni l’attenzione e i contributi del Piano di Sviluppo Rurale.

Fonti e approfondimenti:

La necessità di intercettare gli antibiotici, ormai molto comuni nelle acque di scolo, ha portato a valutare sempre più l’importanza, non solo paesaggistica, di strisce vegetazionali e fasce tampone 
Luca Federico Fianchini, 31 gennaio 2013
Fonte: Società americana di Scienza del Suolo

Buone condizioni agronomiche ambientali 
Regione Veneto – Veneto Agricoltura
Fonte: Sustainable agricolture and soil conservation 2007-2009, scheda informativa n. 7, Commissione Europea Agricoltura e Sviluppo Rurale

Fasce tampone crescono – Alberi, acque e paesaggio rurale 
Regione Lombardia Agricoltura e ERSAF 

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