Articolo del 09/10/2015 14:02:55 di . . .

Il Bacillus thuringiensis compie 110 anni

Categoria: Agricoltura

Il Bacillus fu scoperto nel 1901 in Giappone quando venne isolato da larve di baco da seta non più vitali. Da un punto di vista ambientale, il Bacillus thuringiensis è un batterio sporigeno che vive normalmente nel terreno e sulla vegetazione.

I suoi usi agronomici si affermarono principalmente quando furono sviluppate le prime forme di agricoltura biologica moderna: quando, infatti, viene ingerito dalla larva di un insetto, il batterio sporula e produce protossine le quali, giunte nell’intestino medio, in virtù dell’azione combinata del pH basico (> 9.5) e della proteasi, vengono convertite in molecole di diversa composizone che, pur non avendo effetto letale diretto, sono in grado di danneggiare il tratto digerente e di paralizzare i muscoli di intestino e apparato boccale. I succhi gastrici generati, non avendo altra via di uscita, si riversano nell’emocele e le tossine causano la paralisi generale dell’ospite.

Le tossine, innocue per uomo, mammiferi, uccelli, organismi acquatici e insetti utili anche per una questione di pH gastrico, sono particolarmente efficaci nei confronti di lepidotteri nottuidi e ditteri, per i quali risultano attivi soprattutto due ceppi: il Kurstaki e l’Aizawai.

Per queste sue peculiarità, il Bacillus thuringiensis risulta estremamente utile nell’uso di sistemi di lotta integrata e biologica mirati ad una gestione eco – compatibile e alla salubrità delle produzioni agricole.

Vista la sua manipolabilità genetica, dal Bacillus thuringiensis è stato estratto il gene che codifica la tossina che è stato poi inserito in alcune piante coltivate, soprattutto soia e mais, in modo che tali piante siano in grado di sintetizzare la tossina di cui sopra, divenendo velenose per i fitofagi che se ne nutrono.

I ceppi in commercio

Il B. thuringiensis con più ceppi è il B. thuringiensis Kurstaki, con ben sei differenti ceppi segnalati in commercio: 3A3B, ABTS 351, EG2348, SA11, SA12, HD1. Quest’ultimo ceppo pare essere il preferito dalle aziende produttrici, visto che conta ben 14 registrazioni ufficialmente in commercio sulle 26 totali diKurstaki.

Il B. thuringiensis Aizawai conta invece sul solo ceppo H7, di cui esistono 4 differenti formulazioni in commercio.

Un solo ceppo, l’NB176, per il B. thuringiensis Tenebrionis, che si differenzia soprattutto per la sua attività sui coleotteri.

Nota

È importante ricordare che, per essere efficaci, i prodotti a base di B. thuringiensis devono essere distribuiti in corrispondenza della presenza di giovani larve (1a-3a età) che sono maggiormente sensibili ed estremamente voraci (assumono una maggiore quantità di protossina); si raccomanda, quindi, l’utilizzo di trappole per il monitoraggio dell’insetto.

(Dati tratti dalla banca dati Fitogest.com in funzione della presenza di materiali informativi scaricabili)

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