Articolo del 09/10/2015 22:10:11 di . . .

Agricoltura periurbana: significati e ruoli – Parte II

Categoria: Agricoltura

Pubblichiamo in questo articolo la seconda (e conclusiva) parte di un’ intervista a Paola Santeramo, che è Presidente dell’ISTVAP (Istituto per la tutela e la valorizzazione dell’agricoltura periurbana), la prima parte è consultabile in questa pagina.

Esistono leggi e strumenti finanziari a favore dell’agricoltura periurbana? *

In base all’articolo 14 del D.Lgs. 228/2001, le Pubbliche Amministrazioni possono concludere contratti di collaborazione con gli imprenditori agricoli per la promozione delle vocazioni produttive del territorio, la tutela di produzioni di qualità e delle tradizioni alimentari. In particolare la norma prevede che possano essere stipulati appositi contratti di promozione fra P.A. ed imprenditori agricoli che si impegnino, nell’esercizio dell’attività di impresa, ad assicurare la tutela delle risorse naturali, della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio agrario e forestale.

Analogamente, le P.A. possono stipulare convenzioni, ai sensi dell’art. 15 del decreto citato, con gli imprenditori che si impegnino “a favorire lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione ed alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura ed al mantenimento dell’assetto idrogeologico e di promuovere prestazioni a favore della tutela della vocazioni produttive del territorio.”

Analogamente, nelle aree agricole le modificazioni della PAC potrebbero pertanto consentire:

  • alle amministrazioni comunali di promuovere in tempi rapidi e con costi contenuti consistenti iniziative di riqualificazione ambientale con vantaggi dal punto di vista paesistico ed ecologico (diminuzione delle emissioni, diminuzione dell’inquinamento delle falde, aumento delle emissioni di ossigeno);
  • di avere una dotazione di servizi pubblici, quali percorsi ciclopedonali, parchi urbani, ecc. in affitto con costi decisamente inferiori a quelli derivanti dalle procedure tradizionali di acquisizione, realizzazione e gestione diretta. In questo senso può essere anche considerata una misura da inserire tra le politiche dei piani dei servizi.

Può l’agricoltura periurbana limitare il consumo di suolo destinato all’urbanizzazione?

L’agricoltura periurbana non ha strumenti per bloccare il consumo di suoloanzi, scompare se il consumo di suolo non si blocca; amministrazioni illuminate che comprendessero l’importanza di avere alle porte della città terreni agricoli coltivati, produttivi e mantenuti integri, invece, potrebbero fermare il consumo adottando strumenti di pianificazione urbanistica e dell’ambiente che tutelino il bene suolo (ricordiamo che da sempre l’agricoltura ha gestito il ciclo delle acque dei suoli). Questo, purtroppo, oggi non avviene e in media ogni giorno nella sola Lombardia si consumano 10 ettari di suolo agricolo!

Che cosa si fa all’estero per valorizzare l’agricoltura periurbana?

Per rispondere a questa domanda possiamo citare le esperienze internazionali e francesi in particolarmente, poiché il ruolo socio – politico dell’agricoltura e l’esperienza dei progetti agro – urbani sono propriamente francesi, con uno sviluppo iniziale nelle città medie francesi (Grenoble e Rennes, in particolare) e fino ad espandersi nell’Ile – de – France nella Ceinture Verte, delimitata nel 1994 dal Plan Vert d’Ile – de – France.

In Francia l’agricoltura periurbana è diventata infrastruttura della città; in tal senso è d’ora in poi agricoltura urbana.

L’agricoltura del progetto agriurbano gode generalmente di buona salute economica, tanto che la sfida della nuova governance è di convincere gli agricoltori a restare o a ritornare, contro la loro tendenza alla delocalizzazione.

Il progetto generale prevede di ridare vita alle regioni in decadenza agricolasviluppando delle forme economiche derivate dal patrimonio culturale e naturale e dal paesaggioper il loro valore di bene pubblicoposto sotto la responsabilità delle istituzioni; pur affermando che lo spazio dell’agricoltura non è un bene pubblico, considerato che gli agricoltori assumono le loro responsabilità imprenditoriali, tale spazio è, tuttavia, vissuto come un bene comune agli abitanti del territorio.

Un aspetto importante da sottolineare è che con la diffusione delle nuove idee sull’implicazione dell’agricoltura, sono aumentati gli scambi di esperienza e si sono costituite alcune reti animate da un sistema di coordinamento.

*Carta dell’agricoltura periurbana

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