01 Luglio 2016

Valutazione e anamnesi dei parametri vitali negli alberi

L’albero non parla, ma è in grado di comunicare con noi attraverso le  sue strutture e i suoi organi. Essi svolgono le loro funzioni, si accrescono, vengono modificati dal peso proprio, dalle condizioni ambientali, dai danni provocati dalle malattie e mantengono per sempre i segni degli avvenimenti che ne hanno condizionato o favorito le fasi che hanno attraversato. Ogni anno la pianta emette nuovi rami, nuove fogli e nuove radici. Dal loro esame si può facilmente individuare la loro età, valutare l’accestimento annuale nel periodo esaminato ed avere un riferimento sulla  vitalità del segmento esaminato. Ogni anno vengono prodotte nuove foglie. Questa chiave di lettura ci permettere di cogliere e comprendere il linguaggio della pianta, analizzare la sua storia, capire il suo stato attuale e le sue possibilità future. Attraverso una attenta e costante osservazione si può in una fase precoce, individuare parametri che danno ragione della vitalità,  stabilità, la  presenza di segni di deperimento o altri fattori legati alla salute e al benessere.

E’ quindi necessario saper valutare la pianta in una fase in cui può essere ancora definita sana. Ciò è particolarmente importante poiché l’analisi dello stato dell’albero può essere fatto attraverso indagini morfologiche all’apparato ipogeo ed epigeo sostanzialmente semplici senza l’ausilio di costose attrezzature.

Ciò consentirà di comprendere le sue esigenze e mettere in atto a ragion veduta le misure necessarie al ripristino delle condizioni di salute energetiche.

La gemma apicale ha un  diametro minore di quello del ramo e la zona intermedia è ricoperta da uno strato aggiuntivo di periderma.

Si origina così un cercine di discontinuità, chiamato cicatrice perulare, che rimane ben visibile sulla superficie esterna del ramo per alcuni anni. In particolari situazioni si possono approfondire le ricerche prendendo in esame strumentalmente aspetti fisiologici e meccanici.

Indagini morfologiche

Le indagini morfologiche che si eseguono sull’apparato epigeo e ipogeo possono essere effettuate attraverso semplici misurazioni di parametri dimensionali delle parti più rappresentative della pianta utilizzando strumenti quali righello, metro, ecc.

Per fare ciò è indispensabile avere un termine di paragone riferito a piante della stessa specie, che vegetano in maniera ottimale in condizioni analoghe di terreno, umidità relativa, esposizione, ecc. a quelle nelle quali si trova l’albero oggetto di studio. Dovranno sempre essere esaminati organi che si trovano nella medesima posizione e che hanno età analoga. Così per valutare un germoglio o una foglia bisogna studiarne un altro situato in analoga posizione ad esempio su un ramo di secondo ordine inserito su una branca di secondo ordine esposta a nord nella parte basale della chioma.

Sono anche disponibili dei programmi informatici che tramite una telecamera e lo sviluppo di un software adeguato sono in grado di fornire singolarmente l’area di qualsiasi organo vegetale (scanner).

Questa tecnologia però è molto sofisticata e costosa e perciò non è utilizzabile quando viene realizzato un inventario di vaste dimensioni, ma viene applicata soprattutto per studi scientifici o per situazioni molto particolari che richiedono una precisione molto alta.

In particolare per la chioma e le radici verranno analizzati i seguenti parametri:

Apparato Epigeo

  • Allungamento dei getti apicali
  • Valutazione trasparenza
  • Dimensione delle foglie
  • Presenza e dimensione dei rami epicormici
  • Avanzamento del callo di cicatrizzazione
  • Dendrocronologia

Apparato Ipogeo

  • Perdita delle radici
  • Numero di ramificazioni laterali
  • Lunghezza apparati radicali
  • Valutazione della micorizzazione

Apparato epigeo

Allungamento dei getti apicali

E’ un criterio molto utile e di facile esecuzione. Devono essere analizzati gli allungamenti dei getti apicali di un albero in un determinato settore ed esposizione e paragonati con quelli di una pianta ritenuta normale o sana che ha la stessa età e vive nel medesimo ambiente alla stessa esposizione di quella oggetto dell’indagine( Bellocchi et. Al. 2002).

Si prelevano i getti degli ultimi 3-4 anni, si misurano e si confrontano.

Allungamenti dell’ultimo anno o degli ultimi anni molto ridotti rispetto a quello degli anni precedenti indicano evidentemente un declino o la presenza di un problema.

All’interno del ramo si individueranno, oltre ai nodi delle aree ben definite simili a un nodo ma molto più pronunciate che rappresentano il passaggio da un anno all’altro Si misurano le distanze tra un settore e l’altro e si ha l’accrescimento che si è verificato in quella stagione.

Si possono fare confronti tra medie semplici o elaborazioni più complesse per determinare la significatività statistica dei rilievi.

Bisogna tener presente che alcune specie come il pioppo e il salice emettono le foglie scalarmente durante le prime fasi della stagione vegetativa, mentre altre come castagno, olmo, quercia solo al momento della germogliazione primaverile. Perciò è necessario porre la massima cura per non scambiare una foglie costituzionalmente piccola, con una appena emessa.

E’ indispensabile valutare strutture confrontabili, rami situati alla stessa altezza, appartenenti alla stessa branca, con analoga esposizione.

Trasparenza della chioma

Percentuale di spazi vuoti nella chioma fogliata dell’albero indipendentemente dalla causa. La valutazione della trasparenza è determinata dalla densità delle foglie presenti.  Il concetto di "trasparenza" è differente da quello di "perdita di foglie" per cui tale parametro deve essere valutato basandosi esclusivamente su standard assoluti corretti mediante standard fotografici. Un elevata trasparenza non implica di per se un giudizio negativo della pianta: alberi con crescita sostenuta possono avere chiome molto trasparenti. La procedura operativa adottata è la seguente:

  1. delimitazione della chioma valutabile e contouring della chioma fogliata da valutare mediante una linea ipotetica che segue il profilo determinato dagli apici dei rami e rametti (Ferretti et.al.1994)
  2.  attribuzione del valore di trasparenza in ragione del rapporto vuoti/pieni esistente all'interno della figura così delimitata. 

Metodo di valutazione adottato:

Schema guida per la stima della trasparenza del fogliame (da Eichhorn et al., 1998).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La trasparenza è valutata secondo classi del 5% con riferimento a degli standard proposti (0 = pianta che non lascia passare luce; 100 = pianta morta.

       

Presenza e stato dei rami epicormici

Se una pianta per qualsiasi ragione perde gran parte dei germogli apicali, il numero delle foglie presenti sulla chioma diminuisce e ciò favorisce la penetrazione dei raggi solari in settori profondi della parte epigea. In queste zone che vengono progressivamente illuminate, anche in considerazione del mutato equilibrio ormonale e della perdita della funzione di cima, iniziano a germogliare le gemme avventizie le quali originano i rami epicormici.  Quando le chiome si richiudono essi vanno incontro a rapidi processi di degenerazione e non sono più visibili. Se l’alterazione continua, però essi assumono un maggior vigore e importanza poiché l’albero affida loro parte della fotosintesi clorofilliana indebolendo le aree sovrastanti e portando un incremento del loro declino . 

Bisogna quindi, in prima istanza, valutare la presenza di rami epicormici tenendo sempre presente che è necessario confrontare rami situati alla stessa altezza, appartenenti alla stessa branca, con analoga esposizione. Se sono presenti rami epicormici si può individuare anche il momento della loro comparsa analizzando il numero dei nodi e calcolandone l’età, la loro presenza sulle branche principali o sul tronco indica che la pianta è in uno stadio avanzato di deperimento  tale fatto è ancora più preoccupante e deve essere maggiormente tenuto in considerazione se questi si trovano al colletto della pianta.

Avanzamento del callo di cicatrizzazione 

Osservando il callo di cicatrizzazione si notano ai suoi bordi  delle linee che assomigliano a una piccola incrostazione o costolatura. Queste zone rappresentano gli accrescimenti annuali e nelle piante vigorose raggiungono la dimensione di 1-3 cm all’anno. Dal loro incremento si valuta perciò lo stato energetico della pianta. 

E’indispensabile confrontare strutture analoghe quali stessa branca, stessa altezza del tronco, ecc. ponendole a confronto con una pianta ritenuta normale che ha subito il taglio alla stessa epoca.

Dendrocronologia

Per valutare le condizioni vegetative degli individui vengono impiegate tecniche di analisi dendrocronologiche che effettuano lo studio degli incrementi legnosi annuali attraverso la misurazione delle grandezze anulari e dell’analisi dei loro caratteri fisionomici e morfo-anatomici (Corona E.1984). Tali indagini si compiono su carote legnose di 0,5 cm di diametro prelevate dal fusto dell’albero con un succhiello di Pressler a circa 80-90 cm dal suolo. I campioni così ottenuti vengono fissati su adeguati supporti (cartone ondulato, legno, ecc.), levigati con carte abrasive con grana progressivamente più fine allo scopo di rendere più leggibile il materiale. Effettuata questa operazione si passa alla misurazione della dimensione degli anelli che può essere eseguita a mano con un righello provvisto di nonio o nei casi in cui si richieda maggiore precisione, con un adeguato dispositivo ottico-meccanico che è collegabile ad un computer provvisto di un software particolare in grado di elaborare i dati.

Quest’ultimo metodo è naturalmente il più preciso ma qualora non fosse disponibile si possono usare anche i primi due.

Analizzando l’ampiezza annuale degli anelli si possono individuare le varie fasi dell’accrescimentoe metterle in connessione con gli stress idrici o ambientali(Tomazello F.2001) che la pianta ha dovuto affrontare in corrispondenza di anni con periodi estivi particolarmente scarsi di precipitazione, con temperature eccessivamente alte, variazioni del livello della falda, attacchi di patogeni, fenomeni competitivi, disturbi antropici di natura varia, inquinamento, ecc. Questa misura per essere interpretabile deve essere sempre correlata alle indagini climatiche sopra illustrate. Sono disponibili anche dati di riferimento che attraverso un apposito software possono dare una interpretazione molto precisa, specie per specie, degli andamenti degli anelli.

 

Apparato ipogeo

Perdita delle radici e numero di ramificazioni laterali

Spesso il declino della chioma è legato alla decadenza dei segmenti fini dell’apparato radicale  Per tale motivo è indispensabile conoscere oltre alla la situazione dell’apparato epigeo anche quello delle radici ed in modo particolare dei segmenti fini. Osservando attentamente le radici di dimensioni comprese tra 0,2 mm e 30 mm infatti si possono evidenziare anticipatamente le situazioni di degrado.  Per valutare lo stato dell’apparato ipogeo è necessario eseguire uno scavo in varie zone sotto l’area di insidenza della chioma, mettere in luce e osservare direttamente le radici  considerando la presenza di quelle laterali e valutando lo stato di quelle fini assorbenti. Superata questa fase e qualora si volessero effettuare osservazioni più circostanziate si procede eseguendo scavi a distanza prestabilite dal tronco, escludendo i primi 3 cm di suolo, effettuando prelievi di un volume noto di terreno, contenente radici, sulle quali verranno eseguite in laboratorio le analisi più accurate. Il campione dovrà essere posto in acqua corrente lasciandolo riposare per 2 ore, i segmenti presenti dovranno essere lavati, prelevati a caso (il campione deve essere stabilito a seconda della situazione) e quindi ritagliati in dimensioni uguali.  Sui segmenti così ottenuti saranno contate con una lente di ingrandimento o meglio allo stereo microscopio a 10-40X le cicatrici derivanti dalla caduta di radici che si evidenziano attraverso la formazione di una lesione circolare  e il numero delle ramificazioni laterali. 

Analisi della lunghezza radicale

Questa misurazione difficilmente riesce a dare una valutazione assoluta sulla lunghezza degli apparati radicali ma può servire per dare un raffronto tra due entità: una sana e una deperente. Perché il confronto sia valido bisognerà analizzare due piante della stessa età allevate in condizioni analoghe.  Dovranno essere effettuati accurati prelievi e la valutazione sarà effettuata seguendo alcuni metodi noti in letteratura.

 
 

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